Tempi duri per la Cot di Pizzo. Prima era un venticello che spirava nei corridoi del Distretto unico dell’Asp e nelle stanze della stessa Azienda sanitaria, ora quello stesso venticello spinge nuvole grigie verso il litorale e nei locali dell’ospedale di Pizzo s’avverte forte la sensazione che stia per scoppiare un temporale.
Organico al lumicino
Organico al lumicino
I primi lampi hanno investito la struttura della Centrale operativa territoriale (Cot) e c’è solo da capire se l’obiettivo è quello di smantellarla oppure la bufera sarà solo passeggera. Resta il fatto che, inaspettatamente, la Cot di Pizzo sarà privata, per un mese, del prezioso apporto dell’infermiere Lorenzo Mamone, mandato a prendere servizio nella Rsa di Soriano. Praticamente, la struttura napitina, entrata in funzione circa un anno fa, perde, temporaneamente, un’unità e resta con due soli infermieri. Il provvedimento porta la firma del direttore del Distretto, Raffaele Bava, nonché del nuovo dirigente del Servizio delle Professioni sanitarie, Serafina Fiorillo.
Tanto malumore
Il problema per le strutture periferiche è sempre lo stesso: anzichè pensare a potenziarle per agevolare l’ottimo lavoro che fanno, si vedono continuamente aggredite e depotenziate. I dottori Bava e Fiorillo, infatti, non si preoccupano di completare l’organico delle due Cot di Nicotera e Pizzo, palesemente a corto di personale, ma trovano comodo ridurre il personale. Il malumore non è poco e a Pizzo ci sono già associazioni pronte a prendere posizione. A preoccupare non è il fatto che un infermiere venga spostato per un mese in un’altra struttura, bensì il fatto che, nell’immaginario collettivo, alle nostre latitudini, tutto ciò che è provvisorio diventa definitivo.