Periferia in affanno per le carenze dell’offerta sanitaria. La ribellione dei cittadini, che già domani pomeriggio si ritroveranno davanti alla Prefettura per seguire e sostenere con il necessario “calore” i lavori dell’incontro convocato dal prefetto Anna Aurora Colosimo, investe ormai ogni angolo del Vibonese. Da Serra a Tropea, da Nicotera a Vibo, fino a tutti gli altri comuni, amministratori, cittadini e comitati faticano a contenere il proprio malcontento e si preparano a fare fronte comune contro la mala gestio che attanaglia l’Asp. A Nicotera a scendere in campo è l’associazione Difesa diritti del territorio (Ddt), che ancora una volta alza la voce per richiamare l’attenzione delle istituzioni su un comprensorio da sempre periferia dell’impero. Lo fa con un documento dal titolo eloquente: “Sanità, Nicotera s’è rotta”, che lascia intuire lo stato d’animo della popolazione.
Periferia in affanno per le carenze dell’offerta sanitaria. La ribellione dei cittadini, che già domani pomeriggio si ritroveranno davanti alla Prefettura per seguire e sostenere con il necessario “calore” i lavori dell’incontro convocato dal prefetto Anna Aurora Colosimo, investe ormai ogni angolo del Vibonese. Da Serra a Tropea, da Nicotera a Vibo, fino a tutti gli altri comuni, amministratori, cittadini e comitati faticano a contenere il proprio malcontento e si preparano a fare fronte comune contro la mala gestio che attanaglia l’Asp. A Nicotera a scendere in campo è l’associazione Difesa diritti del territorio (Ddt), che ancora una volta alza la voce per richiamare l’attenzione delle istituzioni su un comprensorio da sempre periferia dell’impero. Lo fa con un documento dal titolo eloquente: “Sanità, Nicotera s’è rotta”, che lascia intuire lo stato d’animo della popolazione.
Basta all’accentramento dei servizi
“Nicotera – si legge nel testo – s’è rotta di chiedere, implorare, elemosinare cose che Costituzione, leggi nazionali e leggi regionali le assegnano di diritto. S’è rotta di assistere allo scempio della sanità nel Vibonese. S’è rotta di aspettare che la politica batta un colpo; che le istituzioni squarcino il loro ormai inaccettabile muro di silenziosa indifferenza.”Nicotera non accetta più che “l’intellighenzia vibonese continui ad accentrare tutto sul capoluogo senza rendersi conto che la periferia sta morendo e che i giovani abbandonano la loro terra per costruirsi altrove il futuro.”
Per la Ddt è arrivato il momento di dire basta, perché ormai “la gente muore o rischia di morire senza potersi curare; muore in macchina, per strada, mentre qualcuno cerca di farla arrivare al pronto soccorso perché il tanto decantato servizio di emergenza-urgenza centralizzato è un fallimento ormai sotto gli occhi di tutti; perché la guardia medica nel momento del bisogno magari risulta ‘scoperta’; perché il medico dell’Aft non può fare visite domiciliari o prestare soccorso in caso di incidenti.”
E allora – prosegue il documento – “come membri dell’associazione e come cittadini non possiamo assistere passivamente al disagio di centinaia di assistiti senza medico di famiglia, alla guardia medica dimezzata, all’Aft inefficace, all’organico del personale infermieristico ridotto al lumicino, alla Casa di Comunità col cantiere ancora aperto a poca distanza dalla scadenza dei termini per la conclusione dei lavori, al laboratorio di radiologia che resta chiuso per quindici giorni quando il tecnico gode del fermo biologico e nessuno si preoccupa di sostituirlo pur essendocene la possibilità.” E non c’è solo questo alla base del diffuso malumore nel territorio rivierasco.
Non serve cambiare il capitano né triplicarlo
“Non possiamo neppure accettare – sottolinea l’assemblea della Ddt – il delittuoso declassamento degli ospedali di Tropea e Serra, nonché di tutte le strutture poliambulatoriali del Vibonese oltre a Nicotera, né assistere inerti alla fuga di medici dall’Asp di Vibo, ai disagi che si vivono nei pronto soccorso, alla mancanza di posti letto. La nave dell’Asp – si legge ancora – sta affondando. Per migliorare la situazione non serve cambiare il ‘capitano’ né triplicarlo: bisogna costruire una nave nuova, dotandola di un equipaggio capace di leggere le esigenze del territorio e di programmare.”
Ormai incombe una realtà amara e non a caso “il rapporto sullo stato di salute di Asl e ospedali, pubblicato nei giorni scorsi dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, colloca l’Asp di Vibo all’ultimo posto in Italia per i tempi di intervento delle ambulanze (35 minuti, ma solo in caso di miracoli) e all’ultimo posto per i tempi d’attesa al pronto soccorso.”
“Come se non bastasse – continuano – il decreto n. 302/2025 del commissario ad acta Roberto Occhiuto tronca ogni speranza di cambiamento, riducendo le risorse dell’Asp per il prossimo triennio anziché incrementarle e, con ogni probabilità, condannandola a vestire la ‘maglia nera’ in eterno.”
Piena vicinanza a chi lotta per un diritto
“Esprimiamo piena solidarietà – scrivono i membri dell’associazione – alle popolazioni di Tropea e Serra in lotta per salvare il loro ospedale, ai sessanta dipendenti del Medical Center Don Mottola di Drapia vicini a perdere il lavoro e ai malati ivi ricoverati, costretti a pagarsi di tasca propria cure di cui dovrebbero godere gratuitamente.”
Infine, “piena solidarietà anche al dottor Soccorso Capomolla, amministratore dell’unica struttura privata del Vibonese regolarmente autorizzata e accreditata dalla Regione, che, pur offrendo un servizio non presente nel settore pubblico, si vede negata da circa tre anni la convenzione dai vertici dell’Asp.”
Il tempo delle parole è finito
“Nel ringraziare il sindaco di Joppolo per aver richiamato l’attenzione, in Conferenza dei Sindaci, sulle carenze sanitarie del comprensorio di Nicotera – chiude il documento – esortiamo i cittadini a mobilitarsi per la tutela del diritto alla salute e invitiamo il sindaco di Nicotera a mettersi alla testa di un movimento capace di far arrivare in alto la voce del proprio malcontento, senza escludere l’ipotesi di ridare corpo all’idea di cambiare provincia, come sta avvenendo a Serra. Il tempo dell’attesa è finito. Uniamo le nostre forze. Salviamoci la vita!”


