Sanità, un anno di attese e silenzi sull’emergenza del Pronto soccorso

L’Osservatorio Civico Città Attiva torna a sollecitare risposte dall’Asp dopo un anno di richieste rimaste inevase

Era il 18 marzo 2024 quando l’Osservatorio Civico Città Attiva, rappresentato dagli avvocati Daniela Primerano, Francesca Guzzo e Ornella Grillo, inviava una lunga nota all’Asp di Vibo Valentia dal titolo “Richiesta potenziamento servizi sanitari”. Una richiesta chiara e articolata che poneva al centro la necessità di garantire i Livelli essenziali di assistenza (Lea) nella provincia di Vibo, indicandolo come obiettivo imprescindibile per ogni Pubblica Amministrazione e Istituzione calabrese.

Pronto soccorso di Vibo

Pronto soccorso di Vibo

Nel documento, uno dei punti più significativi riguardava proprio la grave problematica del Pronto soccorso. L’Osservatorio, infatti, sollecitava un potenziamento urgente della medicina territoriale per alleggerire il carico del Pronto soccorso, chiedendo, tra le altre cose, di “implementare la medicina territoriale per alleggerirne il carico, di aumentare i posti letto, di rendere trasparente la quotidiana disponibilità di posti letto all’interno non solo dei vari reparti dello Jazzolino, ma anche all’interno delle varie strutture ospedaliere presenti sul territorio: Tropea e Serra San Bruno, con l’obbligo che ognuno comunicasse giornalmente al Pronto soccorso di Vibo, la disponibilità dei posti letto”.

Inoltre, il documento chiedeva espressamente il potenziamento del Pronto soccorso in termini di strumentazione. In particolare, veniva evidenziata la necessità dell’acquisto di nuove barelle, molte delle quali “non sono perfettamente funzionanti, inoltre alcune sono di dimensioni tali da non passare attraverso l’ascensore o alcuni corridoi”, nonché la carenza di sedie a rotelle, motivo per cui veniva richiesto l’acquisto di “un numero maggiore di sedie a rotelle privilegiando una colorazione diversa rispetto a quelle utilizzate negli altri reparti, in maniera tale che possano essere facilmente identificate, qualora dovessero essere utilizzate per il trasporto dei pazienti in altri reparti”.

Acquisto di nuovi strumenti

Le richieste non si fermavano qui. L’Osservatorio sollecitava anche l’acquisto di nuovi elettrocardiografi e l’inserimento di un ecografo funzionante, oltre ad altre attrezzature sanitarie e tecnologiche. In particolare, veniva richiesta la fornitura di materiale sanitario come “sfigmomanometri di alta qualità, apparecchi per la CPAP e alti flussi respiratori”, nonché di strumentazione tecnologica come “etichettatrici per il laboratorio, una per ogni computer, stampanti e computer efficienti, con programmi aggiornati e materiale di consumo, tipo i toner, da sostituire in tempi adeguati, garantendo una costante manutenzione”.

Carenze del personale

Al centro delle preoccupazioni sollevate dall’Osservatorio c’erano anche le carenze nel personale sanitario. In particolare, veniva sottolineata la drammatica scarsità di figure sanitarie oss e infermieristiche, con la denuncia che “gli oss fossero solo in 6, eppure sono figure indispensabili nella sorveglianza e nell’accoglienza dei pazienti, ed anche per il trasporto di questi ultimi per gli esami diagnostici e le consulenze”. La carenza di queste figure, secondo il documento, rallenta notevolmente il lavoro del Pronto soccorso. Inoltre, veniva messa in evidenza l’urgenza di potenziare anche le figure infermieristiche, spesso trasferite in altri reparti senza che venissero immediatamente rimpiazzate.

Medicina d’urgenza

L’Osservatorio non tralasciava la richiesta di “riapertura della medicina d’urgenza e dell’osservazione breve intensiva, con l’attivazione dei posti letto”. Una proposta che avrebbe sicuramente alleviato le difficoltà riscontrate dal Pronto soccorso.

A un anno di distanza da quella richiesta, l’Osservatorio ha deciso di fare un bilancio di quanto fatto (o non fatto) dall’Asp di Vibo Valentia, e oggi si chiede: “Che cosa si è fatto in tutto questo tempo, rispetto a quello che avevamo richiesto?”. Negli ultimi mesi, infatti, si è rischiato anche di perdere il poco personale disponibile, nonostante la continua richiesta di incrementare il numero di operatori sanitari.

Lettera morta

La situazione descritta dai media nei giorni scorsi non lascia spazio a dubbi: le immagini del Pronto soccorso di Vibo, con ambulanze in fila e pazienti sistemati sulle barelle o addirittura costretti a rimanere sulle lettighe delle ambulanze, sembrano confermare che non è stato fatto nulla per migliorare la situazione. Per l’Osservatorio, queste scene dimostrano che le richieste sono rimaste “lettera morta sulle scrivanie dell’Azienda Sanitaria, che oggi è gestita direttamente dallo Stato”.

Nel comunicato, infatti, si ribadisce che non è più possibile “elemosinare diritti a Vibo Valentia, perché è compito dello Stato garantirli ed offrire servizi ai cittadini”, uno Stato che ora è obbligato a dare risposte concrete, visto che ha in mano il futuro della sanità vibonese. E l’Osservatorio non intende lasciare che questo diritto venga ignorato.

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