Sanità verso il collasso, precari anti Covid da eroi a zavorra da buttare. Possibile un fronte comune contro il diktat della Regione (video)

No a nuove assunzioni nell'Asp. Sindacati in campo per provare ad abbattere il muro alzato dalla struttura commissariale della Cittadella

La Regione stoppa le richieste dell’Asp per il reclutamento di nuovo personale e subito scoppia la bagarre con sindacati in rivolta e pronti a scendere in campo con tutti i mezzi a loro disposizione. A dar fuoco alla miccia è una nota sottoscritta dal dottor Angelo Vittorio Sestito, responsabile del settore “Personale e professioni del servizio sanitario regionale”. Nella stessa viene comunicato alla commissione straordinaria insediatasi nei giorni scorsi all’Asp che “le nuove assunzioni e le procedure di stabilizzazione che sono state riprogrammate ed esposte nella riunione dello scorso 19 settembre 2024 saranno valutate concretamente solo al riassorbimento del totale sovrannumero e, pertanto, ad oggi, non sarà possibile autorizzare alcuna procedura di reclutamento per i profili risultanti in esubero”.

Futuro a rischio

Futuro a rischio

La comunicazione che arriva da Catanzaro stronca, in particolare, tutte le speranze di stabilizzare i precari Covid, cioè tutti quei soggetti coraggiosi e altruisti, che nel momento del pericolo, non hanno esitato a scendere in campo per aiutare il sistema sanitario a superare la drammaticità di quei giorni, mettendo a rischio anche la propria vita. Prima, cioè, venivano considerati e osannati come eroi, oggi sono solo un sovrannumero, una inutile zavorra che va buttata a mare per non far affondare la nave. Tutto questo personale era stato assunto con contratti a termine che vanno a scadere tra il prossimo 30 ottobre e la fine dell’anno in corso. Si tratta, complessivamente, di 75 persone destinate a non vivere serenamente le vacanze di Natale se la Regione non tornerà sui suoi passi. La questione non appare assolutamente semplice da risolvere anche perché la dotazione organica elaborata dagli uffici regionali per l’Asp di Vibo mette in evidenza un esubero di 81 dipendenti tra infermieri, operatori socio-sanitari e medici. Si prospetta, quindi, una situazione che, a breve, potrebbe sfociare in risultati disastrosi.

Servizi verso il collasso

Dal prossimo 31 ottobre, infatti, i servizi sanitari potrebbero andare in tilt. A pagare il conto più salato, more solito, saranno utenza e cittadini che dall’eventuale collasso della sanità non potranno che subire ulteriori attacchi al loro diritto alla salute. La cosa che irrita, e non poco, i sindacati è legata al fatto che altre Asp, più o meno nelle stesse condizioni di bilancio di Vibo, hanno avuto la possibilità di stabilizzare i precari e di assumere senza che venisse imposto loro alcun blocco. Bisognerà capire, nelle prossime ore, se in tutto questo ci sono responsabilità, ritardi nell’avviare procedure, omissioni. Tutti aspetti questi che, eventualmente, se verificati, non direbbero nulla di nuovo rispetto al passato. Negligenze e negatività che chiamano ancora in causa, oltre all’apparato burocratico, anche la politica che, sino ad oggi, ha sonnecchiato inseguendo altri obiettivi e altri interessi. Da capire ancora se gli uffici Asp competenti (Dipartimento Salute e Welfare, Ufficio Gestione e Sviluppo Risorse Umane e Formazione) si sono mossi con la necessaria tempestività e se la Regione non stia sbagliando nel delineare le piante organiche delle varie Asp calabresi.

Un autunno caldo

Comunque stiano le cose, si prospettano giorni caldi nonostante le temperature stiano cominciando a calare. E questo anche perché il blocco imposto dalla Regione non potrà che peggiorare la situazione dei Lea di per sé deficitari su tutto il territorio vibonese. Si potrebbe, in sostanza, avvicinare a passi veloci l’ora giusta per vedere cittadini, associazioni di categoria, sindacati, forze politiche, agenzie educative e apparati produttivi, fare fronte comune per tutelare i propri diritti e imporre il rispetto della dignità di un’intera popolazione. Occhi puntati anche sulla triade commissariale che gestisce l’Asp. Sul loro tavolo, infatti, piomba una patata bollente della quale avrebbero sicuramente fatto volentieri a meno. Atteso, però, che la stessa triade è composta da persone di spessore, la gente si aspetta una presa di posizione adeguata alla delicatezza del momento.

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