Sanità vibonese, Fials attacca: basta scaricare la colpa sui Dca e sui lavoratori. Chi lavora nei reparti è allo stremo

Il sindacato difende la mobilità dei dirigenti delle Professioni Sanitarie e denuncia l’assenza di confronto con i lavoratori. Pafumi: turni massacranti e mansioni improprie. Si rispetti il lavoro fatto nei reparti
sanità calabria

“È troppo facile scaricare la colpa sui DCA e su chi lavora nei reparti. La verità è che il personale sanitario è lasciato solo ad affrontare turni massacranti e un’organizzazione ormai fuori controllo”. A parlare è Domenico Pafumi, segretario provinciale Fials Vibo Valentia, che interviene sulla questione della revoca della delibera per la mobilità regionale dei Dirigenti delle Professioni Sanitarie, avanzata da un’altra sigla sindacale.

Pafumi, attraverso un comunicato stampa, ricostruisce lo stato dell’arte e denuncia l’assenza di un confronto reale con i lavoratori e le loro rappresentanze. “Apprendo dalla stampa di questa richiesta di revoca – scrive – ma mi preme ricordare che quando si è discusso con il Commissario Straordinario Giuseppe Giuliano, la Fials non era presente all’incontro. Eppure, già in passato avevamo segnalato a S.E. il Prefetto che gli obiettivi del Commissario non erano stati raggiunti, specialmente per quanto riguarda i DCA”. Secondo Pafumi, i problemi nella sanità vibonese sono noti e strutturali. “I DCA non sono più validi? Mi verrebbe da dire: spontanea la domanda. Basta guardare cosa accade nei reparti: personale costretto a coprire turni senza sosta, svolgendo spesso mansioni inferiori o diverse da quelle contrattuali, pur di garantire assistenza ai pazienti. Il vero buco è nell’assenza di figure professionali nei punti operativi”.

Il segretario provinciale accoglie con favore la mobilità dei dirigenti delle Professioni Sanitarie, considerandola un passo avanti verso una gestione più trasparente e meritocratica. “Così almeno – osserva – smetteremo di assegnare incarichi di funzione a pioggia, spesso senza criterio, con un eccesso di potere e senza una reale condivisione delle scelte. È ora che certe decisioni si prendano nel Comitato Integrativo Decentrato, con la Parte Pubblica e con tutte le OO.SS., RSU comprese”. Non manca una frecciata alla governance sanitaria: “Non si è mai fatto un vero confronto prima di inviare l’atto aziendale alla Regione Calabria. Solo oggi, grazie alla sinergia tra il direttore amministrativo Angelo Vittorio Sestito, il nuovo direttore sanitario Ilario Lazzaro e il commissario straordinario Vittorio Piscitelli, si sta tentando di rispettare quanto previsto”.

Ma i problemi restano. “Alcune Unità Operative – denuncia Pafumi – hanno organici gonfiati, altre sono al collasso. Manca personale infermieristico, mancano OSS, i letti di degenza sono spesso pieni di patologie complesse senza adeguato supporto. Neurologia, Stroke Unit, Anestesia, Rianimazione: siamo in piena emergenza”. Il sindacato torna anche su un altro nodo critico: la gestione delle risorse umane e il mancato rispetto delle valutazioni del Medico Competente. “Ci sono dipendenti che si trovano in malattia senza tutele, perché il giudizio medico non viene considerato. E ancora, i criteri di stabilizzazione post-Covid non vengono applicati: c’è chi lavora da 4 anni in U.O. senza riconoscimenti, e viene spostato da un giorno all’altro senza alcuna spiegazione”.

Infine, l’appello: “Non si può continuare a ignorare la Delegazione Trattante – conclude Pafumi –. Troppi lavoratori stanno andando in pensione, troppi altri sono incastrati in fasce retributive che non rispecchiano il loro impegno. Serve un cambio di passo, e serve ora”.

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