Sanità vibonese nel degrado, “Città Attiva” denuncia: sei mesi per tre sedie, così si affossa tutto

L’Osservatorio Civico punta il dito contro l’immobilismo dell’Azienda sanitaria: reparti carenti di strumenti e personale, promesse mancate e apparecchiature mai arrivate

“C’è un livello di squallore che disgusta ed umilia chi è costretto a lavorare quotidianamente in un ambulatorio, dove si rischia persino di strappare i vestiti su sedie indecenti, la cui vista suscita un senso di desolante abbandono”. Con queste parole l’Osservatorio Civico ‘Città Attiva’ torna a denunciare le gravi condizioni di degrado in cui versa l’ambulatorio di reumatologia di Moderata Durant e, più in generale, la situazione della sanità vibonese.

Promesse disattese

Promesse disattese

Secondo quanto riferito, “medici e pazienti condividono le stesse sedie, ormai fatiscenti, nonostante le promesse ricevute mesi fa. Era l’11 aprile quando abbiamo mostrato le foto a uno dei commissari, che reagì scandalizzato e scrisse ‘procedere’ sulla nostra richiesta di sostituzione. Sono passati più di sei mesi e non è cambiato nulla: le sedie sono ancora lì, simbolo di un degrado che dovrebbe imbarazzare chiunque, a partire da chi dirige l’Azienda sanitaria”, afferma l’Osservatorio.

Le altre richieste

Non solo le sedie: ad aprile, tramite una PEC, era arrivata anche la conferma dell’accoglimento di altre richieste – tra cui i cardiotocografi e le poltroncine/letto per il reparto di ostetricia e ginecologia – ma, denunciano le rappresentanti dell’Osservatorio, “non è arrivato ancora nulla”. La “stessa attesa si registra per la nuova risonanza magnetica e, soprattutto, per la Tac con funzione di cardioTac, strumenti che consentirebbero di potenziare la radiologia di Vibo Valentia e di evitare che i cittadini siano costretti a rivolgersi ad altre aziende sanitarie, con conseguenti disagi e costi aggiuntivi”.

Anestesia e rianimazione

L’Osservatorio evidenzia inoltre l’”assenza di risposte sulle richieste formulate per il reparto di anestesia e rianimazione, dove si attendono da tempo apparecchiature essenziali: sistemi di monitoraggio multiparametrico, un radiologico portatile di nuova generazione, un analizzatore dell’emostasi, defibrillatori bifasici, barelle per pazienti critici e nuovi respiratori, alcuni dei quali ormai obsoleti. La soluzione adottata – aggiungono – sembra essere stata quella di spostare a Vibo respiratori provenienti da altre strutture sanitarie: l’ennesima soluzione tampone che serve solo a superare l’emergenza, non certo a garantire una sanità efficiente e moderna”.

Sanità abbandonata

Un quadro che, secondo l’Osservatorio, riflette la sensazione di un territorio abbandonato: “La sanità vibonese continua ad essere l’agnello sacrificale. Se non si prorogano i contratti di infermieri e operatori socio-sanitari, se non si bandiscono concorsi per colmare la carenza di personale e attivare i posti letto già autorizzati, se passano anni prima di acquistare un macchinario e se dopo sei mesi non si riescono a sostituire tre sedie indecenti, allora dobbiamo prendere atto che la volontà non è quella di risollevare la sanità vibonese, ma di affossarla definitivamente”.

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