La carenza di personale e l’utilizzo di medici, infermieri e operatori socio sanitari in ruoli diversi da quelli per i quali sono stati assunti. Sono i temi evidenziati dal consigliere regionale Davide Tavernise (capogruppo del Movimento Cinque Stelle) a Punto di Vista, la rubrica del martedì sera che potete seguire su noidicalabria.it
Tavernise, autore di una lotta senza soste sui sanitari “imboscati”, è tornato a spiegare che sono 1.350 i dipendenti fuori ruolo (il dato è destinato a crescere quando l’Asp di Cosenza fornirà i suoi dati). La ricerca del consigliere del M5S, scaturita dall’accesso agli atti nelle varie Aziende ospedaliere e nelle Asp della Calabria, è stata anche oggetto di valutazione della Corte dei Conti regionale con la relazione del procuratore Ermenegildo Palma.
Tavernise, autore di una lotta senza soste sui sanitari “imboscati”, è tornato a spiegare che sono 1.350 i dipendenti fuori ruolo (il dato è destinato a crescere quando l’Asp di Cosenza fornirà i suoi dati). La ricerca del consigliere del M5S, scaturita dall’accesso agli atti nelle varie Aziende ospedaliere e nelle Asp della Calabria, è stata anche oggetto di valutazione della Corte dei Conti regionale con la relazione del procuratore Ermenegildo Palma.
Il capogruppo del M5S ha sottolineato, inoltre, che se tutti gli imboscati dovessero tornare ai propri posti di lavoro risolverebbero il problema della carenza di personale nei Pronto soccorso, nelle corsie degli ospedali e negli ambulatori della Calabria.
Altra questione sulla quale il capogruppo dei pentastellati si è soffermato ha riguardato anche le certificazioni con le quali molti medici e infermieri hanno potuto lasciare il loro posto di lavoro tramite documentazione medica rilasciata da colleghi della stessa azienda. In sostanza la sanità calabrese, secondo l’esponente del M5S, è vittima di una sorta “comparaggio politico” duro a morire.