Serra, la denuncia di Rossana Tassone: il consultorio familiare è diventato un presidio invisibile

A un mese dall’allarme lanciato, la sindaca di Brognaturo torna a denunciare il depotenziamento della struttura: così si negano diritti fondamentali alle famiglie del territorio

Un mese fa lanciava l’allarme, ma a distanza di trenta giorni nulla sembra essere cambiato. La sindaca di Brognaturo, Rossana Tassone, torna a puntare i riflettori sulla situazione del consultorio familiare di Serra San Bruno, parlando apertamente di “un servizio depotenziato, periferico e incapace di rispondere ai bisogni reali delle famiglie”. Il 31 luglio scorso Tassone aveva segnalato una “carenza di personale e servizi”, denunciando il rischio concreto di una lenta erosione di un presidio fondamentale del sistema sociosanitario di prossimità. Oggi, con amarezza, constata che quell’allarme non ha prodotto alcuna risposta.

Luogo della solitudine

Luogo della solitudine

“La scorsa settimana – spiega – mi sono resa conto che il consultorio non è più quel luogo che accoglie senza giudicare e protegge senza sostituirsi. È diventato il luogo della solitudine piuttosto che del diritto”. Dichiarazioni, queste, che si intrecciano con la preoccupazione per una struttura che, cinquant’anni fa, aveva segnato una svolta nel sistema sanitario pubblico, introducendo spazi dedicati alla tutela della donna, della maternità e paternità, dell’età evolutiva e delle relazioni familiari. “Difendere e rilanciare i consultori – aggiunge Tassone – significa credere nel diritto alla salute pubblica e nella funzione sociale di questi presidi”.

Le critiche

La sindaca non risparmia critiche nemmeno alla gestione organizzativa: “Assistiamo a spostamenti poco chiari, spazi insufficienti per il personale, bacheche con informazioni non aggiornate su orari e visite ginecologiche. Mancano figure fondamentali, come i pediatri, che avrebbero potuto garantire cure e visite alle famiglie di Fabrizia e dei paesi limitrofi rimasti senza riferimento”.

Non c’è programmazione

Secondo Tassone, il problema non è solo la mancanza di personale, ma soprattutto l’assenza di programmazione. “Colpisce molto di più della propaganda fatta di slogan – afferma –. È il segno di una scarsa volontà di pianificare servizi per un territorio che già sconta una mancanza di coesione tra realtà sociale e politica. È l’ennesimo diritto tolto a scapito delle famiglie che hanno scelto di vivere qui con serenità e in salute”.

Il j’accuse della prima cittadina si chiude con una riflessione: “In questa gestione burocratica che ha svuotato la funzione originale del consultorio, termini come politiche per la famiglia, parità di genere, equità di accesso rimangono parole vuote. E le conseguenze ricadono ogni giorno su giovani, anziani e famiglie”.

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