Silenzio sulla vertenza del don Mottola, Capomolla scrive al prefetto

Rinnovata la richiesta di un tavolo tecnico con l'Asp e con le altri parti interessate per fare il punto sulla situazione

Dalla Regione e dall’Asp non arrivano notizie e Soccorso Capomolla, amministratore unico del Medical Center don Mottola di Drapia, prova a rimettere in moto la vertenza ormai in atto dallo scorso novembre e che vede la struttura socio-sanitaria residenziale drapiese ancora non convenzionata dopo quasi tre anni di attesa. Il modo ritenuto utile per riaprire il dialogo con le parti in campo è quello di scrivere al prefetto Anna Aurora Colosimo, che nel recente passato ha dimostrato grande sensibilità verso la delicata problematica che vede a rischio anche oltre cinquanta posti di lavoro.

La lettera

La lettera

Il cardiologo Capomolla lo fa con una articolata lettera indirizzata, per conoscenza, anche al questore Rodolfo Ruperti, alla commissione straordinaria dell’Asp, e alla Struttura commissariale regionale del Piano di rientro. La richiesta portante è una e una soltanto: l’attivazione di un tavolo tecnico con la partecipazione, oltre che dello stesso prefetto e dell’amministratore unico del don Mottola, anche della terna commissariale dell’Asp e del subcommissario regionale del Piano di rientro, Ernesto Esposito. Capomolla, more solito, non si limita al semplice rinnovo della richiesta già avanzata in data 16 dicembre 2024, ma l’accompagna con una serie di dati e spunti di certo utili a mettere in evidenza la delicatezza della situazione.

Incontro rinviato

In primis, riassume gli ultimi passaggi della vertenza per arrivare sino alla manifestazione di dipendenti, caregivers e sindacati davanti alla cittadella regionale lo scorso 12 febbraio. In quell’occasione, una delegazione dei ‘protestanti’ veniva ricevuta dal dottor Tommaso Calabrò, direttore generale del Dipartimento Salute della Regione. Il confronto serviva a mettere in tavola tutte le carte e l’esito veniva giudicato positivamente anche perché veniva fissato un nuovo incontro per lo scorso 25 febbraio. Incontro, tuttavia, saltato e rinviato a data da destinarsi anche in conseguenza del grave lutto abbattutosi sulla famiglia del presidente della giunta regionale Roberto Occhiuto.

I meccanismi perequativi

Capomolla, comunque, in tutti questi giorni d’attesa, ne ha approfittato per redigere, sulla scorta dei dati e degli atti elaborati dalla Struttura commissariale per il Piano di rientro e dall’Asp, uno studio sui meccanismi perequativi della quota capitaria ancora mancante sul territorio. Studio corposo e ben documentato che è stato già recapitato alla Struttura commissariale per il Pianto di rientro, oltre che alla stessa Prefettura e a tutti gli altri Uffici che stanno seguendo il caso don Mottola. Purtroppo, “a fronte di soluzioni, sempre prospettate, ma mai attuate – scrive Soccorso Capomolla – si registra il dramma di tante famiglie costrette a subire, oltre al dramma della malattia, anche il grave disagio economico, derivante dall’accollo delle spese necessarie alle cure. Nel contempo – aggiunge – 61 posti di lavoro sono messi a imminente rischio e un’azienda del territorio è posta nelle condizioni di dover sospendere le attività”.

Diritto alla salute

Il cardiologo vibonese, tuttavia, ribadisce con forza che: il diritto alla salute vla garantito “nel rispetto della dignità e della libertà della persona umana”; il servizio sanitario nazionale deve assicurare i livelli essenziali di assistenza e stessa cosa deve fare la Regione avvalendosi, oltre che di strutture pubbliche, anche di “soggetti accreditati nel rispetto degli accordi contrattuali”. Soccorso Capomolla rimarca ancora una volta che, “il Medical Center don Mottola, accreditato con il Servizio Sanitario Regionale, è ente esercente una funzione pubblica e l’unica differenza, rispetto al pubblico, è la governance aziendale. L’offerta è pubblica nei contenuti e nelle loro articolazioni”.

Report sui Lea

Richiama, tra l’altro, il recente report sui Lea, pubblicato recentemente dal ministero della Salute e relativo al 2023, che vede l’Asp all’ultimo posto in Italia. E questo per una serie di carenze non tracciabili che includono “la valutazione analitica del fabbisogno, la progettazione, l’implementazione e la verifica dei servizi territoriali”. Inoltre, per quanto riguarda il don Mottola, e questo appare ancor più grave, “il Piano delle Attività Asp di Vibo Valentia 2025 – sostiene Capomolla – non presenta alcun riferimento alle attività socio-sanitarie residenziali né abbiamo contezza, di tutte le modalità di rappresentazione istituzionale del fabbisogno territoriale alla Regione. Peraltro, in questi giorni, la Regione sta lavorando alla creazione dei budget triennali 2025-2027 e il sottodimensionamento dell’offerta sul territorio vibonese rappresenterebbe una ulteriore penalizzazione”.

Azione preventiva

Di conseguenza, perché nel Vibonese non si continui a negare il diritto alla salute, è necessario “qui e ora – conclude l’amministratore del don Mottola drapiese – attivare adeguata azione preventiva, con articolazione delle diverse responsabilità e degli obiettivi, al fine di ritrovarci il prossimo anno con Lea territoriali migliorati e non penalizzati (Report Lea 2023: Asp Vibo – 4.07% rispetto ai Lea 2021)”. Situazione, alla resa dei conti, estremamente delicata e non sono decisamente pochi coloro che guardano verso il palazzo della Prefettura con la speranza che qualcosa si rimetta in moto a tutela degli interessi dell’utenza sanitaria dell’intero Vibonese.

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