Sistema bibliotecario Vibonese, tradita la buona fede di scrittori, magistrati e studenti

L'inchiesta dovrà spazzare via ogni ombra e le istituzioni dovranno provare a rimboccarsi le maniche per non fare morire il Polo culturale

L’inchiesta della Guardia di Finanza e della Procura della Repubblica di Vibo che ha posto al centro il malaffare nella gestione del Sistema Bibliotecario Vibonese. Non è un’inchiesta qualunque. Non è la semplice indagine che punta i riflettori su una gestione scellerata di un’azienda qualsiasi o se volete di un ente insignificante.
Purtroppo è un’indagine che fa male; che lascerà il segno. È un’indagine che rischia di distruggere quanto di più importante c’era in questa città. Un mosaico costruito negli anni con finanziamenti pubblici e anche di privati che hanno sempre preferito rimanere nell’ombra.
Per chi non l’avesse ancora capito quanto scoperchiato dalla Guardia di Finanza rischia di declinare questa indagine, che becca con le mani nella marmellata imbroglioni e affaristi (così ce li descrivono gli organi inquirenti) in un ente marcio e fabbrica di personaggi oscuri. Se così fosse si rischia di spazzare via e, per sempre, un faro per la città: il Sistema Bibliotecario Vibonese.

E quando parliamo di questo importante Polo culturale la mente torna subito al Festival Leggere e scrivere e a Vibo Capitale del Libro. Due manifestazioni di assoluto livello la cui narrazione da parte dei media non ha dato solo lustro agli eventi per settimane, anzi per mesi, ma ha tolto ossigeno mediatico alle cronache, ai racconti delle storie criminali, a quelle che con molta più facilità riescono a superare i confini della Calabria e dentro le quali trovano spazio non solo i fatti di sangue, ma anche le “imprese” dei boss, i racconti dei pentiti, i processi, le sentenze e così via. Un mondo da esplorare, perché bisogna conoscerlo, ma non per questo fare scivolare nel dimenticatoio il volto migliore di questa terra.
Purtroppo il malcostume ora potrebbe fare molto male, potrebbe dilagare. Potrebbe fare affogare non solo il Sbv ma minare la credibilità di una città intera.
La grande reazione non c’è stata. Regna solo il silenzio e ciò potrebbe confondersi come un atteggiamento di complicità nei confronti dei soggetti finiti sott’inchiesta. Come a voler accomunare gli attuali indagati al Sistema bibliotecario. Tutto questo non può essere accettato. Sarebbe un errore imperdonabile.
Sul podio di questo simbolo della cultura vibonese sono saliti tutti: quelli di destra e quelli di sinistra, sono saliti scrittori, docenti, menti illuminate, sono saliti i nostri figli, i nostri studenti (ai quali qualcuno oggi dovrebbe chiedere scusa), sono saliti persino autorevoli magistrati e noti giornalisti. Con il loro prestigio e la loro buona fede hanno coperto gli affari di famiglia e il malaffare che oggi dobbiamo avere il coraggio di spazzare via: la magistratura da una parte, le istituzioni, la società civile e le forze politiche sane dall’altra. Il Sistema Bibliotecario Vibonese, il nostro tempio della cultura, deve continuare a vivere. E per farlo deve trovare il sostegno di tutti noi, di tutti voi.

E quando parliamo di questo importante Polo culturale la mente torna subito al Festival Leggere e scrivere e a Vibo Capitale del Libro. Due manifestazioni di assoluto livello la cui narrazione da parte dei media non ha dato solo lustro agli eventi per settimane, anzi per mesi, ma ha tolto ossigeno mediatico alle cronache, ai racconti delle storie criminali, a quelle che con molta più facilità riescono a superare i confini della Calabria e dentro le quali trovano spazio non solo i fatti di sangue, ma anche le “imprese” dei boss, i racconti dei pentiti, i processi, le sentenze e così via. Un mondo da esplorare, perché bisogna conoscerlo, ma non per questo fare scivolare nel dimenticatoio il volto migliore di questa terra.
Purtroppo il malcostume ora potrebbe fare molto male, potrebbe dilagare. Potrebbe fare affogare non solo il Sbv ma minare la credibilità di una città intera.
La grande reazione non c’è stata. Regna solo il silenzio e ciò potrebbe confondersi come un atteggiamento di complicità nei confronti dei soggetti finiti sott’inchiesta. Come a voler accomunare gli attuali indagati al Sistema bibliotecario. Tutto questo non può essere accettato. Sarebbe un errore imperdonabile.
Sul podio di questo simbolo della cultura vibonese sono saliti tutti: quelli di destra e quelli di sinistra, sono saliti scrittori, docenti, menti illuminate, sono saliti i nostri figli, i nostri studenti (ai quali qualcuno oggi dovrebbe chiedere scusa), sono saliti persino autorevoli magistrati e noti giornalisti. Con il loro prestigio e la loro buona fede hanno coperto gli affari di famiglia e il malaffare che oggi dobbiamo avere il coraggio di spazzare via: la magistratura da una parte, le istituzioni, la società civile e le forze politiche sane dall’altra. Il Sistema Bibliotecario Vibonese, il nostro tempio della cultura, deve continuare a vivere. E per farlo deve trovare il sostegno di tutti noi, di tutti voi.

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