Torrente Sant’Anna e sversamenti a mare, Claudia Gioia (Vibo Unica) riapre il dibattito

L'interrogazione della consigliera puntava a riaccendere i riflettori sui reflui che dal depuratore della Silica finiscono nelle acque di Bivona

Il torrente Sant’Anna. La questione delle questioni è tornata a tenere banco nell’ultimo Consiglio comunale di Vibo Valentia. La maggioranza ha, infatti, rispedito al mittente la richiesta della consigliera comunale di Vibo Unica, Claudia Gioia, che aveva chiesto la chiusura del torrente. Un modo come un altro per riaccendere i riflettori sugli scarichi fognari che sversano a mare. E a tal proposito la stessa Claudia Gioia ha spiegato:
“Nel corso del recente consiglio comunale del 15 novembre ho presentato un ordine del
giorno finalizzato ad evitare lo sversamento del Torrente Sant’ Anna nel mare di Bivona sul
presupposto che solo una soluzione definitiva da programmare per tempo, può
determinare la risoluzione di una problematica che oggettivamente impedisce il rilancio
turistico di una zona importante per l’intera economia del territorio”.

Collettamento definitivo

Collettamento definitivo

“In particolare – sottolinea Claudia Gioia – ho richiesto la chiusura del torrente ed il collettamento definitivo delle acque reflue verso il depuratore di Porto Salvo forte della posizione scientifica espressa
pubblicamente in tal senso dal prof. Silvio Greco. Con grande meraviglia, mi sono però trovata di fronte ad una maggioranza non disponibile ad affrontare il tema attraverso un confronto di merito tanto che si sono susseguiti degli interventi, in particolare da parte di due consiglieri del Pd, che pur di bocciare una proposta scevra da condizionamenti politici, si sono spinti ad affermare che loro contrarietà nasceva dal fatto che sotto il profilo giuridico non era possibile chiudere un torrente e nello specifico il torrente Sant’ Anna”.

Sversamenti a mare

“Si è chiaramente trattato di una posizione strumentale; ed infatti il punto non è la
chiusura del torrente in sé ma la chiusura – spiega ancora la consigliera di Vibo Unica – di uno sversamento fognario permanente che avviene per mezzo del torrente e che inquina il mare e la spiaggia da scongiurare con lo strumento dell’ ordinanza sindacale per come prevede il Testo Unico degli Enti locali ed in ossequio della procedura prevista dall’art 242 codice ambiente. Procedura peraltro
già osservata dal Sindaco nel mese di luglio ed agosto ma evidentemente disconosciuta
dai consiglieri che si sono cimentati nelle erronee considerazioni giuridiche”.

Opera strutturale

“La mia proposta però oltre a prevedere la chiusura immediata, atta ad evitare lo scarico
fognario, prevedeva – spiega – l’impegno a collettare la acque reflue del torrente al depuratore di
Porto Salvo attraverso un’opera strutturale di collegamento permanente di modo che il
Sant’Anna possa tornare ad essere utilizzato solo per l’acqua piovana. A ciò aggiungasi che
esiste già un finanziamento pari ad otto milioni di euro elargito dalla Regione Calabria al
Corap destinato alla realizzazione dell’opera in questione”.

Chiusura totale

“A fronte di tale proposta, assistere ad una bocciatura motivata con il fatto che non è
possibile chiudere un torrente, ha rappresentato l’occasione per ulteriormente
convincermi in ordine all’inconsistenza degli amministratori di maggioranza che
interpretano il consiglio comunale come un “ring” nel quale si scontrano opposte
fazioni. Nella mia ottica il consiglio comunale è un luogo di civile confronto e di
condivisione delle proposte dirette a risolvere i problemi dei cittadini e purtroppo si è
persa, alla luce della vicenda sopra riportata, una buona occasione per dimostrare
maturità politica e competenza amministrativa e giuridica”.

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