Trent’anni fa in azione il terrorismo mafioso. Ricordati oggi i due carabinieri uccisi in autostrada

In quell'agguato messo a segno il 18 gennaio 1994 lungo l'autostrada Salerno-Reggio Calabria, nei pressi dello svincolo di Scilla, furono trucidati a colpi di arma da fuoco gli appuntati scelti Antonio Fava e Vincenzo Garofalo

 E’ stato ricordato oggi, il trentennale dell’omicidio degli appuntati scelti dei carabinieri Antonino Fava e Vincenzo Garofalo, uccisi il 18 gennaio 1994 lungo l’autostrada Salerno-Reggio Calabria, nei pressi dello svincolo di Scilla. I militari, che prestavano servizio alla Compagnia di Palmi furono uccisi con numerosi colpi d’arma da fuoco sparati dall’interno di un auto. Un duplice omicidio che recenti indagini hanno ricondotto alla strategia stragista portata avanti da mafia e ’ndrangheta all’inizio degli anni Novanta.

Oggi, i carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, alla presenza delle autorità civili, militari e giudiziarie assieme ai familiari delle vittime, hanno ricordato i loro colleghi caduti. La commemorazione è iniziata a Palmi, nella Concattedrale, con la messa in suffragio dei militari caduti, officiata dal cappellano militare, don Aldo Ripepi, per poi proseguire, con una deposizione di una corona d’alloro, nell’area di sosta dell’autostrada prima dell’uscita di Scilla, dove fu compiuto l’attentato e dove oggi si trova il monumento alla memoria dei due carabinieri.

Oggi, i carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, alla presenza delle autorità civili, militari e giudiziarie assieme ai familiari delle vittime, hanno ricordato i loro colleghi caduti. La commemorazione è iniziata a Palmi, nella Concattedrale, con la messa in suffragio dei militari caduti, officiata dal cappellano militare, don Aldo Ripepi, per poi proseguire, con una deposizione di una corona d’alloro, nell’area di sosta dell’autostrada prima dell’uscita di Scilla, dove fu compiuto l’attentato e dove oggi si trova il monumento alla memoria dei due carabinieri.


I militari e i familiari non hanno mancato, anche quest’anno, di far sentire la loro presenza, a testimonianza, rileva l’Arma, <dell’inscindibile vincolo che lega nel tempo i militari in servizio, i commilitoni caduti nell’adempimento del dovere e le famiglie che hanno perso i loro cari>.
   

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