Tropea, il grido del Sindacato Medici Italiani: disservizi ignorati da mesi. Ora la misura è colma

La denuncia della delegata SMI Alessia Piperno riaccende l’allarme sul presente – e sul futuro – della sanità nel Vibonese

Il Sindacato Medici Italiani torna a dare voce a una denuncia che, da mesi, viene rilanciata senza sosta: le gravissime criticità che paralizzano il presidio ospedaliero di Tropea. Una situazione che, come sottolinea la delegata provinciale Alessia Piperno, “avrebbe inevitabilmente costretto professionisti affermati prima o poi a fare i conti con la triste realtà”.

Piperno ripercorre passo passo ciò che è stato ripetutamente richiesto alla triade commissariale dell’Asp, al direttore sanitario e al direttore amministrativo. Le segnalazioni riguardavano “i gravi disagi in cui versava il presidio con particolare attenzione al servizio di radiologia e diagnostica, urologia, chirurgia proctologica e dialisi (quest’ultimo servizio in affanno ormai in tutti i presidi della nostra provincia), nonché la presenza in organico di un solo medico anestesista a copertura dei turni ordinari così come di tutte le reperibilità mensili”.

Piperno ripercorre passo passo ciò che è stato ripetutamente richiesto alla triade commissariale dell’Asp, al direttore sanitario e al direttore amministrativo. Le segnalazioni riguardavano “i gravi disagi in cui versava il presidio con particolare attenzione al servizio di radiologia e diagnostica, urologia, chirurgia proctologica e dialisi (quest’ultimo servizio in affanno ormai in tutti i presidi della nostra provincia), nonché la presenza in organico di un solo medico anestesista a copertura dei turni ordinari così come di tutte le reperibilità mensili”.

A queste criticità, secondo Piperno, si è sommata la mancata assunzione del medico specializzando vincitore di concorso e pronto a prendere servizio: “In occasione delle riunioni, tramite PEC, richieste di incontro urgente protocollate, e in ogni occasione in cui era possibile interloquire verbalmente con le autorità, abbiamo chiesto chiarimenti. Nessuna risposta scritta è mai pervenuta”.

Il medico specializzando mai assunto

La vicenda, ricostruita integralmente dal Sindacato, evidenzia prima una giustificazione amministrativa: l’uscita “in sordina” dell’Asp dalla rete formativa, poi superata grazie a una nota ministeriale del gennaio 2025 che consentiva l’assunzione “anche al di fuori della suddetta rete formativa”. La seconda spiegazione fornita era stata la presunta “presenza di un organico completo nei reparti di destinazione del collega medico”. Ma Piperno non ha dubbi: “La presenza dei medici cubani non può assolutamente determinare la mancata assunzione di un medico italiano vincitore di concorso”. E c’è un dato che pesa come un macigno: in sole 48 ore due aziende calabresi hanno offerto un contratto allo specializzando, mentre l’ASP vibonese non ha dato alcun riscontro. “A questo punto appare evidente che la nostra azienda non abbia intenzione di assumere”, denuncia il sindacato.

Il nodo cruciale: Azienda Zero

Piperno ricorda che tutte le Asp calabresi, nel mese di ottobre 2023, hanno firmato l’accordo con Azienda Zero, operativo fino all’ottobre 2026. Tra le funzioni dell’ente c’è anche quella di provvedere alle assunzioni. Su questo punto il sindacato pone l’accento su un elemento significativo: “a far parte della triade commissariale della nostra ASP figura anche chi riveste un ruolo cruciale in Azienda Zero”.
E allora la domanda diventa inevitabile: perché nulla è stato fatto?

Urologia e proctologia ferme

Altro nodo evidenziato riguarda reparti essenziali, fermi da mesi: Urologia, unico reparto della provincia, è ridotto a due medici e “senza anestesista, quindi senza possibilità di operare”, da marzo 2025; il servizio di proctologia, che nel 2024 ha prodotto un fatturato di 120.000 euro ed è gestito da un solo medico, “mai è stato menzionato” e non compare neppure nel nuovo atto aziendale: “Questo equivale a dire che il servizio non esiste”.

Entrambi i servizi, ribadisce la delegata Piperno, “sarebbero continuati se l’azienda avesse messo a disposizione un anestesista due mezze giornate a settimana e qualche medico cubano in aiuto per la gestione dei turni, in attesa di reclutare altro personale italiano”. Una situazione “nota da quasi un anno ormai”, e che porta il sindacato a chiedersi: “Come mai ancora niente si è fatto? Perché siamo arrivati ad assistere alle dimissioni di un primario? Aspettiamo a questo punto anche altre dimissioni?”

Dialisi, Tropea e Serra allo stremo

Piperno prosegue ricordando che il servizio di dialisi di Tropea è l’unico della provincia a offrire la dialisi peritoneale e che, come quello di Serra San Bruno, “continua ad urlare carenza di personale”. “Cosa è stato fatto nel frattempo?”, chiede il sindacato.

Messi nelle condizioni di lavorare

Nelle ultime settimane si è registrata una rinnovata attenzione sul presidio di Tropea. Un segnale che, secondo la delegata, “deve essere colto dai sanitari come un segnale di svolta”. Piperno chiude con un richiamo: “I medici della nostra provincia godono di professionalità ed umanità, meritano di vedere tutelati i propri diritti e di poter esprimere la loro professione al massimo della loro potenzialità. È dovere di un’azienda sanitaria far sì che ciò accada e di ogni sindacato del settore tutelare i diritti di ogni lavoratore”. E ancora: “Non si può pensare di assumere un medico chirurgo e lasciarlo quasi un anno senza la possibilità di operare”. Per questo il Sindacato Medici Italiani, attraverso il lavoro della delegata provinciale Alessia Piperno, ribadisce che continuerà a tenere alta l’attenzione sulla sanità vibonese e a sollecitare “con forza alle autorità competenti atti concreti nell’interesse dei cittadini e a tutela della sanità pubblica”.

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