Truffa e peculato, scatta il sequestro nei confronti di un primario dell’ospedale di Locri

Avrebbe esercitato attività professionale non autorizzata presso alcuni studi medici privati, utilizzando l’ecografo del reparto ospedaliero

I finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria hanno dato esecuzione ad un provvedimento emesso dal gip del Tribunale di Locri, su richiesta della locale Procura della Repubblica, che dispone l’applicazione di misure cautelari reali nei confronti di un primario in servizio presso l’ospedale di Locri, indagato per i reati di peculato, truffa a danno dello Stato, false attestazioni e rifiuto di atti d’ufficio. 

L’operazione scaturisce dalle indagini svolte dalle Fiamme Gialle del Gruppo di Locri che, allo stato attuale del procedimento e fatte salve successive valutazioni in merito all’effettivo e definitivo accertamento della responsabilità, hanno consentito all’autorità giudiziaria di disporre, nei confronti del dirigente medico, il sequestro preventivo di strumentazione medica nonché della somma di 40mila 532 euro.

L’operazione scaturisce dalle indagini svolte dalle Fiamme Gialle del Gruppo di Locri che, allo stato attuale del procedimento e fatte salve successive valutazioni in merito all’effettivo e definitivo accertamento della responsabilità, hanno consentito all’autorità giudiziaria di disporre, nei confronti del dirigente medico, il sequestro preventivo di strumentazione medica nonché della somma di 40mila 532 euro.

Secondo quanto emerso nel corso degli accertamenti eseguiti, il dirigente medico indagato avrebbe sottratto sistematicamente e per fini personali un ecografo in dotazione al reparto ospedaliero da lui diretto, donato dalla collettività locrese. Il primario, infatti, pur essendo legato all’Asp di Reggio Calabria da rapporto di lavoro esclusivo, avrebbe esercitato attività professionale extra-moenia non autorizzata presso alcuni studi medici privati, utilizzando l’ecografo del reparto ospedaliero che dirigeva ed attestando falsamente all’Asp di Reggio Calabria di trovarsi, invece, presso l’ospedale di Locri per rendere “prestazioni aggiuntive”. 

Infatti, l’Asp di Reggio Calabria, in virtù di una specifica scelta del medico, corrispondeva allo stesso professionista indagato anche la c.d. “indennità di esclusività”, un emolumento accessorio previsto a favore di tutti i dirigenti medici che scelgono di prestare la propria attività professionale esclusivamente a favore dell’Asp di appartenenza.

Dalle indagini è altresì emerso, in una specifica circostanza, che il primario, pur essendo in turno di “disponibilità”, si sarebbe indebitamente rifiutato di intervenire in ausilio di altro dirigente medico del reparto ospedaliero da lui diretto che ne aveva richiesto l’intervento per gestire un’emergenza relativa a una paziente. 

Al momento, quindi, le somme indebitamente percepite dal medico ammontano 40mila 532 euro, tra “prestazioni aggiuntive” e “indennità di esclusività”. All’atto dell’intervento, i finanzieri hanno sorpreso il medico in flagranza mentre stava visitando un paziente presso un noto studio privato della provincia utilizzando il predetto apparecchio.

A seguito dell’esecuzione della misura cautelare reale e dell’interrogatorio di garanzia, su richiesta della Procura della Repubblica di Locri, il gip del locale Tribunale ha emesso un provvedimento che dispone la misura interdittiva del divieto di esercitare la professione medico-sanitaria per la durata di 12 mesi nei confronti dell’indagato.

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