Un Erodoto contemporaneo: viaggio nel Vicino Oriente sulle tracce delle ‘Storie’

Lo scrittore britannico che si è recato nei luoghi visitati da Erodoto, oggi teatro di guerra

Ha preso in mano il testo erodoteo, lo ha amato sin nelle viscere e ne ha ripercorso di persona le tappe principali. Pur volendo, tutte sarebbe stato impossibile; non tanto per l’incalcolabilità, quanto ahinoi per il mortifero contesto internazionale di guerra. Dell’autore greco, suo compagno di viaggio, ha acquisito la coscienza dei limiti umani e la rinuncia dell’onnicomprensione scientifica.

Justin Marozzi si autodefinisce “scrittore di viaggi”. Storico e giornalista britannico, martedì 25 giugno è stato ospite del Museo Archeologico Nazionale di Vibo Valentia, sito nel Castello svevo della città. Incontro-dibattito organizzato dalla delegazione locale del Fai – Fondo Ambiente Italiano – , con il patrocinio del Ministero della Cultura – Direzione regionale Musei Calabria – , per inaugurare gli eventi che ci allieteranno nel corso dell’estate. Al direttore del museo Maurizio Cannatà i saluti istituzionali, seguito dalla capo delegazione Giovanna Congestrì, dalla delegata alla cultura Maria D’Andrea e dall’editore del libro Manuel Grillo, or ora pubblicato in Italia da Edizioni Settecolori.

Un testo, ‘L’uomo che inventò la storia. Viaggi con Erodoto’, tradotto dopo sedici anni dalla primissima edizione in lingua inglese: ci voleva l’avanguardistica illuminazione di una casa editrice fondata esattamente a Vibo Valentia, negli anni Settanta. Il direttore editoriale Stenio Solinas, che ha dialogato con l’autore durante la serata, ha accompagnato quest’ultimo in un tour italiano di conferenze, di cui il nostro è stato l’ultimo appuntamento. Sarebbe mai potuta mancare la Calabria, terra in cui Erodoto avrebbe esalato l’ultimo respiro? L’introduzione sul tema e la conduzione della presentazione sono state assegnate alla docente Lionella Morano, con l’apporto della traduttrice simultanea Neeltje Oome.

Disquisire di Erodoto vuol dire calarsi indietro di 2.500 anni, ai tempi della Grecia classica: una parentesi storica ineguagliabile e ineguagliata sull’intero pianeta e in qualsiasi altra epoca. Sono i decenni dell’Atene centro culturale e faro di civiltà, ma anche delle Guerre persiane, non si sa come vinte alla fine dagli eserciti ellenici; Davide contro Golia. All’inizio del secolo, il V a. C., la ricostruzione del passato trova forma nel genere della logografia: una narrazione di viaggi atti a raccogliere le culture dei popoli, localizzati con precisione geografica. La mitologia si instrada così sulla via di una maggiore razionalità, inserita nel più ampio contesto delle credenze e delle tradizioni. Insieme con la verifica diretta dei fatti, ecco la radice da cui nasce l’approccio dello storico Erodoto, a cui dobbiamo l’opera conosciuta con il titolo di ‘Storie’.

Più che padre della storiografia intesa come scienza – primato che di diritto spetta a Tucidide – , è senz’altro l’iniziatore dell’antropologia nel suo filone culturale. La tentata invasione dei Persiani è per lui motivo di interesse sull’identità dei nemici stranieri: contrapponendoli allo spirito greco, inventa i concetti plurimillenari di Occidente e Oriente. Non può affrontare lo sviluppo del conflitto evitando di discettare sulle popolazioni che orbitano attorno ai territori colpiti. Un’indagine, come richiesto dall’etimo della parola “storia”, vòlta a riportare quanto esse stesse hanno da riferire sul proprio conto, con un accento spiccato sugli elementi capaci di destare meraviglia nell’uditorio che ascolta i brani declamati ad alta voce.

I contemporanei gli davano del “filobarbaro” e in diversi lo accusarono pure in seguito di essere mendace. E invece tutte le ricerche hanno sempre validato quanto da lui oggettivamente trascritto, talvolta confessando con sincerità un’incredulità o incomprensione. Il tomo partorito da Justin Marozzi è un’attualizzazione tutta da scoprire, tra Guerra in Iraq ed esplorazioni subacquee.

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