L’Ordine del giorno dell’ultima seduta del consiglio regionale portava in discussione anche due interrogazioni sulla sanità depositate dal consigliere Raffaele Mammoliti. Una piuttosto datata (17.4.2024) “sull’eccessivo ritardo nel soccorso sanitario prestato ad un ciclista caduto lungo una strada di Vibo Marina” e l’altra, decisamente più recente (18.7.2024), “sulle gravi disfunzioni della Centrale Operativa Emergenza Urgenza”. Nel primo caso, viene messo in evidenza non solo il ritardo (circa 50 minuti) con cui l’ambulanza del 118 proveniente da Lamezia Terme aveva prestato soccorso ad un ciclista finito, accidentalmente, sull’asfalto a Vibo Marina, ma anche tutto il tempo perso per la “Triangolazione” tra Lamezia Terme, Vibo Valentia e Catanzaro. Nel documento Mammoliti sottolinea come “il coordinamento regionale varato dal presidente Roberto Occhiuto mal si addica al territorio calabrese e, in modo particolare, a quello della provincia di Vibo dove sono ben note le difficili condizioni dell’assetto viario”.
Per avere interventi in tempi più consoni alle necessità nei punti nevralgici del territorio, l’esponente del Pd rimarca la necessità “di creare negli stessi apposite postazioni fisse di 118, così da consentire una immediata fruizione del servizio di assistenza sanitaria urgente”. La risposta del presidente non avrebbe soddisfatto il consigliere interrogante.
Nella seconda interrogazione Mammoliti mette nel mirino le disfunzioni che stanno emergendo con preoccupante frequenza nell’operato della Centrale operativa emergenza-urgenza. Il nuovo sistema, a suo parere – “sarebbe del tutto inappropriato rispetto alla peculiare geografia fisica e umana della Calabria”. Lunga e articolata la trafila che deve essere affrontata dal medico del pronto soccorso per trasferire il malato da un nosocomio all’altro. Per rispettare tutti i protocolli imposti dal nuovo sistema praticamente lo stesso medico dovrebbe dedicarsi al disbrigo di pratiche burocratiche, mentre nei corridoi aspettano impazienti…i pazienti con codici di tutti i colori.
In ogni caso, finita la ricerca del posto in ospedale, che, spesso, dura anche giorni, il medico del pronto soccorso deve preoccuparsi di trovare un’ambulanza. Comincia un altro percorso farraginoso che costringe ad aspettare per ore l’arrivo del mezzo magari partito da una postazione lontanissima dal pronto soccorso richiedente. E se, nel frattempo, dovesse liberarsi un’ambulanza molto più vicina non la si può far intervenire perché bisogna aspettare quella in già viaggio. Questo “bailamme” si ripete anche in caso di interventi di emergenza. Solo che sta capitando che, aspettando l’ambulanza che parte magari da fuori provincia, l’ammalato passa a miglior vita. Alla fine della fiera “si rende necessaria – sostiene Mammoliti – una sostanziale rivisitazione di detto sistema al fine di scongiurare, in tempi brevi, possibili risvolti devastanti ed irreversibili nel settore del soccorso sanitario regionale”. Cosa pensi di fare Occhiuto, non è chiaro.
Il dibattito sulla situazione del Vibonese, però, merita spazio nell’agenda del presidente. “Poco tempo fa – spiega ancora Mammoliti – dopo tante denunce e in considerazione dell’inerzia delle istituzioni competenti, sono stato costretto a denunciare tale situazione al Ministro della Salute chiedendo, provocatoriamente, se a Vibo la sanità sia ancora sotto il controllo dello Stato”. A margine della riunione del consiglio regionale “ho sottoposto all’attenzione del presidente Occhiuto – prosegue – la denuncia pubblica del dottor Capomolla, responsabile del centro Medical Center “Don Mottola” in merito alla sottrazione di risorse per il Vibonese ed ho chiesto la sua disponibilità ad un confronto di approfondimento al fine di poter correggere la logica politica che ha determinato negli anni questa situazione valutando la possibilità di attivare scelte di perequazione al fine di un più appropriato riequilibrio territoriale nella ripartizione delle risorse disponibili”.
Il presidente avrebbe manifestato la sua disponibilità in presenza di un approccio corretto delle parti in causa alla delicata problematica. Da qui la necessità che “la Conferenza dei sindaci – conclude Mammoliti – si attivi per sollecitare l’incontro al quale dovrebbero prendere parte i consiglieri regionali del territorio. Solo così sarà possibile individuare soluzioni condivise e più confacenti alla drammatica situazione sanitaria vibonese puntando a riportarla in un quadro di maggiore efficienza e civiltà”.