Una lettera aperta, accorata e diretta, arriva dai commercianti di Vibo, decisi a rompere il silenzio e a denunciare senza troppi giri di parole la crisi profonda che sta travolgendo il commercio di prossimità. “Non ci stiamo. Non resteremo a guardare. Non assisteremo in silenzio alla fine del commercio locale”, scrivono gli operatori del settore, rivolgendosi alla cittadinanza e alle istituzioni.
“Il centro storico – spiegano – è ormai in ginocchio. Affitti insostenibili, bollette alle stelle, tributi comunali sproporzionati rispetto a servizi che spesso non esistono. Le strisce blu, attive mattina e sera per sei giorni su sette, rappresentano un ulteriore costo quotidiano per chi lavora e un ostacolo per i clienti, che sempre più spesso evitano il centro per paura di incorrere in una multa. Nessuna agevolazione, nessuna attenzione concreta. Noi commercianti siamo come fantasmi”.
“Il centro storico – spiegano – è ormai in ginocchio. Affitti insostenibili, bollette alle stelle, tributi comunali sproporzionati rispetto a servizi che spesso non esistono. Le strisce blu, attive mattina e sera per sei giorni su sette, rappresentano un ulteriore costo quotidiano per chi lavora e un ostacolo per i clienti, che sempre più spesso evitano il centro per paura di incorrere in una multa. Nessuna agevolazione, nessuna attenzione concreta. Noi commercianti siamo come fantasmi”.
Gli operatori sostengono che, in molti casi, “le collezioni vengono svendute a saldo solo per tentare di recuperare il capitale investito. Viviamo nell’incertezza, in affanno costante, abbandonati da chi come le istituzioni dovrebbe tutelarci”. L’allarme si fa ancora più pressante con l’imminente apertura di due nuovi centri commerciali in città: strutture moderne, climatizzate, con parcheggi gratuiti e prezzi competitivi. “Noi non abbiamo alcuna possibilità di reggere il confronto ad armi pari. Se nulla cambia, per noi resterà solo una scelta: chiudere”.
Da qui l’appello, lanciato alla “Vibo vera”, all’amministrazione comunale, al sindaco Enzo Romeo. I commercianti ricordano che proprio Romeo, in campagna elettorale, era al loro fianco quando si parlava della “morte del commercio locale”. “Chiediamo oggi atti concreti, non parole. Interventi urgenti e strutturali per salvare ciò che resta del tessuto commerciale del centro”.
Tra le richieste: la tutela del commercio di prossimità, un piano del commercio, politiche che incentivino la presenza di persone nel centro città, come l’apertura di un polo universitario, “e non l’ennesimo centro commerciale”. “Noi siamo padri, madri, nonni, famiglie intere – concludono – che dignitosamente chiedono di essere tutelate. Se nulla verrà fatto, Sindaco Romeo sarà ricordato come colui che ha firmato la fine del commercio locale vibonese”.