Vibo, l’Asp prepara l’evacuazione di mezzo ospedale

Nelle ultime ore, però, si starebbe valutando anche l'ipotesi di realizzare tre sale operatorie da campo per limitare i disagi

Lo “Jazzolino” diventerà, a breve, un cantiere aperto per effettuare lavori di adeguamento sismico e di efficientamento energetico dell’intero presidio. A disposizione c’è un finanziamento di ben 25 milioni di euro di cui 10,80 milioni da prelevare dal Pnrr e i restanti 14,20 milioni provenienti da altro finanziamento pubblico. Questi i numeri “freddi”.

Disagi all’orizzonte

Disagi all’orizzonte

Poi, arrivano i dati “caldi”, cioè tutti quegli aspetti negativi che interventi consistenti come quelli previsti si dovranno, per forza di cose, trascinare dietro investendo reparti, personale, pazienti e loro familiari, utenza sanitaria dell’intera provincia. E qui cominciano i dolori. Il progetto elaborato, con attenzione e massima professionalità, dall’ing. Michela Soriano, responsabile dell’Ufficio tecnico dell’Asp, comporterà il trasferimento a Tropea di tre reparti (ortopedia, oculistica, chirurgia) con tutto quel che ne consegue. La partita, tuttavia, non è chiusa. Più si parla della questione, più i dubbi aumentano. Nelle ultime ore starebbe prendendo corpo, infatti, l’ipotesi di realizzare tre sale operatorie da campo lasciando in piedi il trasferimento di un solo reparto. Idea facile a dirsi, ma non si sa quanto fattibile.

Ipotesi ospedali da campo

Nel corso di una riunione tra Ufficio tecnico e direzione sanitaria ogni ipotesi sarebbe stata, comunque, sottoposta ad attento vaglio e l’ipotesi dei tre ospedali da campo pare stia guadagnando spazio. In ogni caso, i disagi da affrontare saranno enormi e non risparmieranno nessuna delle componenti interessate. Sinora della delicata problematica era trapelato poco o niente. La Conferenza dei sindaci, tenutasi ieri a palazzo Razza, sede municipale, ha acceso, però, i riflettori sullo “Jazzolino” e quella che prima era una questione prettamente tecnica da risolvere “intramoenia” è diventata, improvvisamente, un problema di tutti. A scoperchiare il pentolone dei dubbi che accompagnano la spasmodica ricerca di adeguate soluzioni da parte della direzione sanitaria e dell’ufficio tecnico è stato il sindaco di Vibo, Enzo Romeo.

La preoccupazione del sindaco Romeo

Nell’avviare i lavori della Conferenza, preso atto della mancanza del numero legale per procedere all’esame dell’ordine del giorno, il primo cittadino vibonese ha dato egualmente spazio al dibattito sui problemi che attanagliano il capoluogo e la provincia, manifestando, in particolare, la sua profonda preoccupazione per le sorti dello “Jazzolino” che, in tempi brevi, dovrà essere sottoposto a importanti lavori per la sua messa in sicurezza. Ha sottolineato che alcuni reparti dovranno essere trasferiti a Tropea con tutti gli immaginabili disagi per pazienti, medici, personale e utenti. La provvisoria sistemazione dovrà durare almeno tre mesi <ma certe cose – ha affermato Romeo – si sa quando cominciano, ma non si sa mai quando finiscono e, personalmente, sono preoccupato per lo “Jazzolino”perchè, se non si fanno le cose per bene e non si definiscono tempi e lavori, questi interventi potrebbero segnare la fine dell’ospedale di Vibo”.

Orlando in campo

Parole che hanno scosso l’assemblea avviando, su richiesta del sindaco di Nicotera Pino Marasco, infermiere del reparto Infettivi, la ricerca di notizie più articolate. Il commissario Asp Gianluca Orlando, presente ai lavori e poco o nulla informato sui fatti, ha chiesto lumi alla direzione Asp. La risposta arrivata subito dopo confermava l’informativa del sindaco Romeo: trasferimento a Tropea dei reparti di ortopedia, oculistica e chirurgia, ma attenta valutazione in corso dell’ipotesi dei tre ospedali da campo. Quali saranno le decisioni non è ancora dato sapere. Lievitano, in ogni caso, le perplessità su tutte le ipotesi in campo. Stando, comunque, a quanto asserito dal commissario Orlando in Conferenza dei sindaci, non ci sarà alcuna interruzione dei servizi. Per certo, non mancheranno i disagi.

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