Nel giorno in cui il Governo conferma la fiducia e assegna un nuovo incarico di rilievo a Luigi Sbarra, sindacalista calabrese e figura di peso a livello nazionale, Unindustria Calabria sceglie di non spendere una sola parola sul tema. Eppure, sarebbe stata l’occasione perfetta per sottolineare il ruolo della regione nel nuovo equilibrio nazionale, il valore delle professionalità calabresi e la possibilità di incidere sulle politiche industriali e sul futuro della Zes Unica.
Il senso dell’autocelebrazione
Il senso dell’autocelebrazione
Invece, dal fronte degli industriali calabresi arriva solo una nota – ufficialmente sul modello gestionale della Zona Economica Speciale – che sembra più un’autocelebrazione che un segnale politico.
“Non si modifichi l’assetto gestionale”, ammonisce Unindustria Calabria, ricordando i risultati finora ottenuti: 4,8 miliardi in due anni, oltre 800 autorizzazioni uniche, 28 miliardi di investimenti e 35mila posti di lavoro. Numeri importanti, ma che – proprio alla luce del cambio di governance voluto dal Governo – avrebbero richiesto una presa di posizione più coraggiosa, capace di collegare i dati alla necessità di un nuovo protagonismo calabrese.
Le parole del presidente Ferrara
Le parole del presidente Aldo Ferrara puntano sulla continuità: “Il modello funziona, genera crescita e valore aggiunto, va preservato e potenziato”. Una linea che evita accuratamente di entrare nel merito politico, e che stride con il quadro nazionale in cui il Governo riorganizza poteri, ruoli e strategie della Zes.
Il nodo vero è la rappresentanza. La Calabria, con i suoi industriali e i suoi sindacalisti di punta, sembra ancora giocare in difesa mentre a Roma si ridisegna il futuro del Mezzogiorno. La mancata citazione di Sbarra è simbolica: dice di una distanza fra imprenditoria e governo, ma soprattutto di una miopia che rischia di costare cara in termini di peso politico.
Il ruolo della Zes unica
Perché i numeri, da soli, non bastano. Se la Zes Unica ha funzionato – come sostengono gli industriali – è anche grazie a scelte politiche e gestionali forti. Oggi il rischio è che la Calabria resti spettatrice di un processo di redistribuzione del potere che, ancora una volta, si decide altrove. In questo quadro, il richiamo di Ferrara a evitare rallentamenti o discontinuità amministrative suona come un appello inascoltato se non si accompagna a un vero protagonismo politico. La Zes Unica è troppo importante per lasciarla all’automatismo burocratico: serve visione, capacità di negoziare, e soprattutto di farsi sentire.