Uno dei tanti esempi di “giustizia lumaca”. La notizia appare oggi su il Quotidiano del Sud, che riferisce la fissazione dell’udienza preliminare per quanto attiene i vertici della Dusty di Catania, azienda che in passato ha gestito il servizio della nettezza urbana a Vibo Valentia, e l’ex dirigente comunale Adriana Teti.
Il fascicolo in pratica era scivolato nel dimenticatoio perché i reati contestati muovo da fatti risalenti tra il 2017 e il 2018, ovvero circa sette anni fa, e riporta a galla l’isola ecologica che Dusty aveva realizzato in via Pellicanò, a due passi della sede del Comando provinciale dei Carabinieri e di fronte al laboratorio Analisi ex Inam.
I nomi
I nomi
Le indagini avviate dai carabinieri del Noe di Reggio Calabria, coordinate dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia, a distanza di tempo hanno portato ad accertare presunte responsabilità ad opera di Adriana Teti, 67 anni, di Vibo Valentia, all’epoca dirigente del settore rifiuti del Comune di Vibo; nonché degli amministratori delegati protempore della Dusty: Maria Rosa Pezzino Degeronimo, 74 anni di Catania; Gianfranco Federico, 54 anni, di Crotone e Girolamo Golino, 55 anni, di Catania. Agli ultimi tre viene contestato il reato di frode nelle pubbliche forniture, mentre Pezzino Degeronimo e Golino debbono rispondere anche di truffa, per presunti “artifizi” sul contratto d’appalto. L’ex dirigente comunale, invece, deve rispondere di omissione, in quanto nel suo ruolo di Rup sul contratto d’appalto “in presenza di presunte irregolarità nell’esecuzione del contratto avrebbe applicato indebitamente il principio della compensazione tra premialità e penalità”.
Di fronte alla fissazione dell’udienza preliminare il Comune di Vibo Valentia ha deliberato di costituirsi parte civile nel procedimento. Anche se ormai il percorso, causa i ritardi della giustizia, rischia di portare dritto alla prescrizione dei reati. Da ricordare che la precedente amministrazione comunale di Vibo Valentia non si è costituta parte civile in altro procedimento che muove da un’inchiesta ancora più pesante riguardante l’appalto sui rifiuti che vede coinvolta, tra gli altri, sempre l’ex dirigente Adriana Teti.