Ragionevolezza vorrebbe che quale si sia artista faticasse con solerzia nel conquistare sempre maggiori fette di mercato per divulgare senza sosta la propria inventiva. Palchi, mostre e agoni contribuiscono all’elevazione culturale della società, pur ponendo sovente in forma di gara la creatività artistica.
Filippo “Pippo” Prestia, lo diciamo subito, non rientra in tale categoria. Il poeta e scrittore vibonese, noto negli anni del “giardino sul mare” anche nelle vesti di cantautore e musicista, preferisce operare nella direzione esattamente contraria.
Filippo “Pippo” Prestia, lo diciamo subito, non rientra in tale categoria. Il poeta e scrittore vibonese, noto negli anni del “giardino sul mare” anche nelle vesti di cantautore e musicista, preferisce operare nella direzione esattamente contraria.
Ci vuole coraggio per restringere il pubblico cui rivolgersi, un pubblico che potremmo ritenere in via di estinzione nei tempi in cui altrove vanno celebrandosi sorte di esequie funebri in memoria di dialetti estinti. Lingua dei nostri padri, lingua madre solitaria, era fino a Ottocento inoltrato il vernacolo, idioma con una propria grammatica e una propria letteratura; solo in seguito, corrompendosi a contatto con l’italiano nazionale di toscana provenienza, si sarebbe degradato al dialetto che oggi conosciamo. A ogni modo, era questa la consuetudinaria modalità di comunicazione fino all’irruzione casalinga dei mass media. Scrivere versi vernacolari è parlare a poche lettrici e lettori: una selezione che non esclude a priori nessuno, se non chi rinuncia impassibilmente a entrare nell’universo culturale che ci ha preceduto.
Pippo Prestia, che ama rimarcare il sentirsi italiano, spicca per essere cultore apprezzato delle tradizioni popolari di stampo rurale, tantoché fu egli un fondatore del Gruppo Folk Internazionale Città di Vibo Valentia.
Nel 2022 è uscito in libreria con la quarta silloge poetica, ‘Rifuma la mia menti – Poesie in vernacolo’, dedicata a Vibo Valentia Capitale del Libro 2021 e significativamente inaugurata dal componimento ‘I libbra’ – ‘I libri’ – .
Al 2023 risale, per converso, il suo primo romanzo, intitolato ‘Interferenze’ ma in origine chiamato ‘Sotto un cielo di giada’, a rappresentare il colore delle colline tinteggiate di ulivi situate lungo il litorale tirrenico. Storia dalla lunga gestazione, l’ambientazione non poteva che essere la Calabria. Un uomo, giunto alla soglia degli ottant’anni, sonnecchiando ripercorre a ritroso momenti topici sparsi dell’esistenza vissuta, in un giorno d’estate trascorso su una spiaggia della Costa degli dèi. Le interferenze sono quelle dei nipotini che, giocando a palla, di tanto in tanto disturbano il suo riposo.
E nel mese corrente, a sorpresa, l’autore ha annunciato una collaborazione che varca i confini del Paese con l’amico Giancarlo Giambra, videomaker e innovatore del fatto poetico. Sì, perché Giancarlo ha contribuito alla fondazione del Movimento Artistico Poetico, attivo nel processo di riconoscimento per la categoria della videopoesia, nata dalla trasfigurazione del testo poetico in opera multisensoriale. Lo stesso Istituto della Enciclopedia Treccani ha di recente proceduto con un’approvazione ufficiale della proposta, accogliendo nel vocabolario neologismo e derivati. In occasione della serata ‘Cosmica’ – progetto di astrologia – che si terrà prossimamente, il poeta vernacolare si è registrato durante la declamazione di ‘Stilla Cummeta’ – ‘Stella Cometa’ – , generando così proprio un’opera videopoetica.
“Forzi si tu chi ‘nci sbilast’o mundu / L’arrivu di lu Santu Redenturi? / Forzi si Tu chi lu girasti ‘ntundu / E l’annegasti ‘cu soi rand’amuri?” – “Forse sei tu che svelasti al mondo / L’arrivo del Santo Redentore? / Forse sei Tu che lo girasti intorno / E l’annegasti col suo grande amore?” – .
Fede e cosmo che nella notte or ora decorsa ci han donato l’agognato Salvatore.