Sanità malata, occorrono 13 milioni per rimetterla in sesto

Dopo il documento approvato all'unanimità dalla Conferenza dei Sindaci, il cardiologo Soccorso Capomolla traccia la strada per agevolare la governance della terna commissariale dell'Asp
ambiti territoriali

Per dare concretezza al documento approvato lo scorso 11 giugno dalla Conferenza dei sindaci, occorre intervenire, prima ancora della pubblicazione della distribuzione del fondo sanitario regionale, per recuperare tredici milioni in più rispetto al 2023 e dare supporto alla governance della struttura commissariale. A sostenerlo è il cardiologo Soccorso Capomolla che ritiene l’intesa raggiunta tra sindaci, deputazione regionale e triade commissariale dell’Asp “uno storico giro di boa della sanità vibonese”.

Nuovo clima

A suo avviso, “la sottoscrizione del rapporto sullo stato del sistema sanitario vibonese da parte dei 50 sindaci della provincia esprime la consapevolezza politica di come questo territorio, prima, durante e ad oggi, sia stato sistematicamente depauperato nell’offerta dei servizi sanitari”. La presa d’atto della situazione assume, pertanto, un valore storico soprattutto “per il nuovo clima di rapporti, creatosi con la struttura commissariale che – sostiene Capomolla – nella sua dimensione di rappresentanza dello Stato, ha incamerato un risultato fondamentale sotto il profilo della propria mission: la governance sanitaria non è più appannaggio di pochi, nella discrezionalità più assoluta, nell’ignoranza della società civile, che ha consentito quelle aree di grigio nelle quali sono nate e cresciute devianze ed illegalità; la governance – prosegue – è la risultanza di un confronto politico e tecnico, capace di identificare priorità, meccanismi operativi e di controllo, in grado di dare una rinnovata offerta sanitaria a un diritto di salute sistematicamente negato sul territorio. Per quanto ci riguarda, rappresenta un importante tassello del nostro puzzle professionale”.

Il ruolo del tavolo tecnico

Da oltre un anno, peraltro, denuncia con fermezza come, rispetto alle altre province, il Vibonese abbia subito “una sottrazione di risorse e di servizi sanitari; come la distribuzione della quota capitaria fosse distorta, poiché fondata sulla produzione e non sul fabbisogno sanitario, e ancora come esistesse una iniquità di accesso alle cure, alimentando la nostra mobilità passiva. La perseveranza della denuncia – rimarca – ha fatto sì che questa conoscenza non fosse solo protesta del privato profit, ma diventasse consapevolezza e rivendicazione politica della comunità”. Dopo l’11 giugno, e questo è un dato importante, “la Conferenza dei sindaci – sostiene l’amministratore unico del ‘Medical Center don Mottola’ di Drapia – adesso ha nelle mani uno strumento operativo di monitoraggio dell’applicazione della governance sanitaria nel vibonese” e inoltre “il tavolo tecnico, congiunto, tra deputazione regionale e conferenza dei Sindaci, ha già un’agenda operativa a supporto dell’azione di governance che la commissione straordinaria dovrà esercitare”.

Riflettori su diciotto punti

Per ridisegnare il profilo della sanità nel Vibonese, alla terna commissariale dell’Asp spetta il compito di accendere i riflettori su diciotto punti riguardanti l’area della prevenzione (copertura vaccinale screening oncologici, prevenzione cardiovascolare, emergenze sanitarie), l’area ospedaliera (attivazione dei 74 posti letto per acuti mancanti negli ospedali dell’Asp, recupero della funzione ospedaliera produttiva mediante l’immissione di 24 unità infermieristiche) e l’area distrettuale. Quest’ultima, per recuperare livelli assistenziali adeguati, sempre a parere del dottor Capomolla, ha bisogno urgente di: “a – Contrattualizzazione dei modelhttps://web.whatsapp.com/li gestionali accreditati sul territorio vibonese mediante meccanismi perequativi (fabbisogno sanitario, abbattimento del rischio clinico compensazione dello stato di deprivazione sociale) che, a invarianza del fondo regionale (200 milioni di euro), consentirebbero il recupero dei 6 milioni sottratti al territorio, portando il fondo socio sanitario dagli attuali 4,5 milioni a 10,5 milioni di euro; b – Attivazione delle Cot, strutturate, ma non funzionanti; c – Organizzazione delle Aft (Aggregazioni Funzionali Territoriali) e dei medici di continuità assistenziale; d – Ridare appropriatezza all’uso del Pronto soccorso (56% codice bianchi e verdi con dimissione). e – Riorganizzazione del Piano per l’autismo (ridare alla prestazione la dimensione sanitaria di Lea e non di semplice prestazione socio-assistenziale svincolata da requisiti standard sanitari)”.

Le azioni da perseguire

Naturalmente, per la capacità di analisi e per la concretezza che contraddistinguono i suoi interventi, il dottor Capomolla non si esime dal compito di indicare le strade da percorrere per arrivare al recupero dei tredici milioni di euro che occorrono per riportare la sanità del Vibonese su livelli di accettabilità. Una prima trance di 7.585.331 euro potrebbe essere recuperata reintegrando il fondo sottratto nel 2023. La somma mancante per racimolare i tredici milioni da mettere a disposizione della terna commissariale dovrebbe arrivare, invece, mediante la perequazione ad invarianza totale del fondo socio-sanitario. In sostanza, due azioni non impossibili e la cui attuazione, stante la ritrovata compattezza tra le parti che hanno sottoscritto il documento approvato nell’ultima Conferenza dei sindaci, dovrebbe risultare, alla resa dei conti, decisamente più agevole.

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