Bufera sullo Jazzolino, dei lavori non se ne parla più. Che fine hanno fatto i 25 milioni del Pnrr?

Le dimissioni del primario di Ginecologia riaprono il dibattito anche sulle gravissime carenze strutturali del nosocomio vibonese

Le dimissioni del dottore Vincenzo Mangialavori da primario facente funzioni di ginecologia dell’ospedale di Vibo Valentia hanno riacceso l’attenzione dei partiti politici, delle forze sociali e dell’opinione pubblica. Nella sua lettera di dimissioni Mangialavori denuncia : “Da tempo si sono aggravate criticità gestionali e strutturali che rendono impossibile, secondo coscienza, proseguire nell’attività con la serenità e la sicurezza che il nostro lavoro richiede” .

Accuse ai vertici Asp

La sua critica è rivolta innanzitutto alla triade commissariale per la mancata attenzione verso le sue richieste:
“Mi sorprende sinceramente che il dott. Piscitelli non si aspettasse questa mia decisione. Le difficoltà che ho più volte sollevato non sono né nuove né marginali. Al contrario, sono state oggetto di segnalazioni puntuali e documentate…”.

Mangialavori afferma di essere stato consultato solo “per discutere la questione inerente i presunti lavori di adeguamento sismico della struttura ospedaliera”. I presunti lavori, così li definisce Mangialavori, dovevano partire d’urgenza nel mese di marzo e invece sono stati rinviati a data da destinarsi. E qui la colpa non è solo della triade commissariale quanto e soprattutto del presidente Roberto Occhiuto nonché commissario alla sanità e commissario agli Ospedali che ha imposto a tutti di far slittare i lavori di messa in sicurezza più avanti in concomitanza con l’apertura del nuovo ospedale o parte di esso.

Venticinque milioni

A questa scelta si sono accordati subito i commissari governativi e un pò tutto il mondo politico visto che nessuno si è opposto a questa scelta. Piscitelli affermò all’epoca: “Stavamo vagliando diverse ipotesi poi è arrivata la proposta del presidente Occhiuto di cambiare la natura del finanziamento da 25 milioni di euro del Pnrr, trasformandolo in Fsc. Una possibilità concreta che abbiamo discusso con lo stesso governatore e che ci permetterà di lavorare con maggiore serenità”.

Una scelta non felice ma sciagurata perché in ogni caso si sono persi i 25 milioni del Pnrr (chissà se andranno a finire in armamenti) e il cronoprogramma che imponeva il termine dei lavori entro marzo 2026. Si è sottovalutata la drammaticità della situazione che richiedeva interventi immediati anche in campo strutturale e non solo nel campo gestionale e del personale. Le tragedie. A febbraio scorso avevo avvertito che la scelta di rinviare i lavori era un errore drammatico perché l’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia non ce la fa più, ha bisogno di una profonda e urgente ristrutturazione.

Meglio del Niguarda

Ma nessuno ha ascoltato anche perché sempre in quei giorni era stata messa su una campagna che sosteneva che il pronto soccorso di Vibo Valentia era meglio perfino del Niguarda di Milano. Erano i giorni in cui una commissione di esperti nominati dal presidente Occhiuto si era recata al Pronto soccorso di Vibo per un sopralluogo sulla situazione del pronto soccorso in Calabria. La stampa riporto le parole di un medico lombardo: “Siete più avanti di noi del Niguarda”.

L’amara realtà

Poi la realtà irrompe brutalmente sul proscenio della vita e la tragedia di Martina Piserà riporta tutti alla dura realtà delle carenze strutturali dell’ospedale di Vibo Valentia che impediscono al personale di lavorare con maggiore serenità e che richiedono interventi urgenti e immediati. Sul resto sarà l’indagine della Procura a dirci la verità. La politica, i sindaci, le forze sociali, chiedano che si inizino al più presto i lavori di adeguamento dell’ospedale di Vibo Valentia. Tutto il resto è il solito bla bla bla.

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