Cgil categorica: l’ospedale più grande della Calabria è fuori regione e costa 300 mln l’anno

Il segretario regionale presenta il drammatico quadro che emerge nella sanità calabrese sulla base dei dati di Corte dei Conti e Agenas

<In pochi giorni, la Corte dei conti ed Agenas, hanno confermato le nostre preoccupazioni sulla rete di emergenza urgenza e sulla mobilità sanitaria passiva dei cittadini calabresi che si curano verso altre regioni. Anche sulla rete ospedaliera non c’è molta chiarezza, per questo riteniamo necessario un confronto di merito prima della sua definizione>. Lo afferma il segretario generale Cgil Calabria Angelo Sposato che ricorda che < l’11 marzo scorso abbiamo avuto modo di anticipare al Commissario alla Sanità i dati dell’ultimo Rapporto Svimez sulla sanità nel Mezzogiorno e di approfondire la situazione calabrese, così come già anticipato durante l’iniziativa del 4 marzo con il nostro segretario generale nazionale Maurizio Landini>.

<In quella occasione – continua Sposato –  abbiamo avuto modo di anticipare i dati negativi sulla rete di emergenza urgenza, le problematiche sulla rete ospedaliera, quelle sulla medicina territoriale, sui Pronto Soccorso, sulla mobilità sanitaria passiva che è precipitata ai livelli precovid, (il più grande ospedale della Calabria si trova fuori dalla Calabria e costa 300 mln all’anno) paventando il pericolo dei definanziamenti e i tagli del governo sul Pnrr per il sistema sanitario pubblico che avrebbe messo a rischio anche la costruzione dei nuovi ospedali in Calabria>.

<In quella occasione – continua Sposato –  abbiamo avuto modo di anticipare i dati negativi sulla rete di emergenza urgenza, le problematiche sulla rete ospedaliera, quelle sulla medicina territoriale, sui Pronto Soccorso, sulla mobilità sanitaria passiva che è precipitata ai livelli precovid, (il più grande ospedale della Calabria si trova fuori dalla Calabria e costa 300 mln all’anno) paventando il pericolo dei definanziamenti e i tagli del governo sul Pnrr per il sistema sanitario pubblico che avrebbe messo a rischio anche la costruzione dei nuovi ospedali in Calabria>.

<I tavoli di confronto che si sono aperti a livello regionale rappresentano un fatto positivo, ma è indubbio che le difficoltà rappresentate al governo dal commissario-presidente alla sanità calabrese ci preoccupano molto. Il presidente della giunta calabrese – aggiunge il segretario della Cgl – nel momento in cui chiede al governo deroghe normative per le regioni commissariate parificate alle regioni a statuto speciale di fatto lancia un ultimo appello per salvare la sanità in Calabria, ma ammette altresì la sua impotenza a mettere mani a un sistema impraticabile e dai tratti irriformabile con le norme attuali. Bisogna prenderne atto e trovare soluzioni>.

<Il nostro  – denuncia Sposato – sta diventando un Paese povero e malato e gravi sono le responsabilità di questo governo. La mobilitazione nazionale indetta da Cgil e Uil per il 20 aprile a Roma sulla salute e la sicurezza è la giusta risposta ai bisogni di salute delle persone che verrà accompagnata anche in Calabria da momenti di dibattito, assemblee ed iniziative territoriali>.

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