Ci siamo, apre l’archeologia di Vibo Valentia! La rinascita culturale parte dal Castello

L'inaugurazione delle mura greche, visitabili per tutta l'estate, avverrà domenica 7 luglio alle 18

Da decenni le cittadine e i cittadini vibonesi attendevano trepidanti, e forse rassegnati, la riapertura delle aree archeologiche insistenti nel territorio comunale. Portiamo ancora nella memoria il ricordo di disagiati gruppi turistici capitati per le nostre vie, spaesati perché increduli nel trovare quasi tutto chiuso.

Magari quegli stessi luoghi pubblicizzati dalla Regione nei grandi eventi nazionali dedicati ai viaggi…

Magari quegli stessi luoghi pubblicizzati dalla Regione nei grandi eventi nazionali dedicati ai viaggi…

Ma, come risultato evidente dalla conferenza stampa tenutasi venerdì 28 giugno presso il Museo Archeologico Nazionale di Vibo Valentia, alla presenza del prefetto provinciale Paolo Giovanni Grieco, ciò non potrà ricapitare nell’immediato futuro.

Il Castello svevo, che attende un prossimo aggiornamento nell’allestimento, ha ospitato la presentazione del progetto ‘ArcheoVibo’: un programma di studi e ricerche rivolto alla conoscenza e valorizzazione del patrimonio, con l’introduzione del direttore Maurizio Cannatà e del funzionario Michele Mazza.

La Convenzione di Faro, documento ratificato dallo Stato italiano nel 2020, stabilisce come dovere delle istituzioni la conservazione di e l’accesso all’eredità culturale di chi ci ha preceduto.

È al Ministero della Cultura attraverso la Direzione regionale Musei Calabria – guidata da Filippo Demma – , alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia – capeggiata da Maria Mallemace – e al Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università degli Studi di Messina che dobbiamo la genesi dell’iniziativa, scientifica prima d’ogni altra cosa, sottotitolata “archeologia, ricerca, valorizzazione”.

Fabrizio Mollo – docente di Archeologia classica – , Marco Sfacteria – ricercatore di Topografia antica – , Valentina Casella – archeologa – e Cristina Zappia – archeologa – hanno rimarcato come qua si trovasse uno tra i principali porti dell’Italia antica, centro nevralgico per l’intero Mediterraneo e conteso per secoli dai suoi maggiori popoli.

Per la prima volta, finalmente, l’antichissima osca Veip – “golfo” – si fa protagonista di una vasta occasione pubblica aperta alla comunità.

Non era mai accaduto che un Ateneo, prestigioso nel settore dell’antichistica, si occupasse in maniera organica della totalità del patrimonio archeologico vibonese, mettendo al servizio professionalità e tecnologie.

Per mettere a sistema le informazioni sparpagliate già acquisite si intraprenderanno scavi stratigrafici, rilievi architettonici, indagini geofisiche, studi dei materiali, analisi archeometriche, fino alla realizzazione della tanto agognata Carta archeologica.

Le lacune sulla conoscenza dell’abitato greco e dei culti in loco sono tuttora da colmare; alcune zone sono rimaste ferme persino all’epoca di Paolo Orsi.

E i risultati ottenuti saranno con tempestività divulgati alla cittadinanza, con gli scavi resi fruibili a chiunque e abbattendo qualsiasi barriera.

Approda in tal maniera pure ai nostri lidi il concetto di archeologia pubblica, vòlto al coinvolgimento diretto e concreto di chi con i propri denari finanzia cura e tutela delle vestigia affidateci in eredità.

Il personale di vigilanza del museo si impegnerà a tenere aperti, senza costi aggiuntivi rispetto al normale biglietto, i resti delle mura greche di Hipponion, un tempo immensamente più estese e imponenti; un esempio dei migliori quanto a strutture militari magnogreche.

Proposte similari stanno sorgendo in altri territori della Calabria e si è anticipata una possibile prosecuzione di ‘ArcheoVibo’ in ulteriori punti caldi della provincia.

L’appuntamento è da segnare: da domenica 7 luglio alle 18 – giornata con ingresso gratuito nei luoghi della cultura statali – sino a lunedì 30 settembre, invadiamo le mura greche!

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