Enzo Insardà (Pd): tavolo tecnico per una sanità più efficiente o sarà mobilitazione

Il segretario provinciale del partito democratico analizza la situazione della sanità nel Vibonese e punta il dito contro le criticità generate dalla politica inadeguata del centro-destra

La sanità del Vibonese marcia decisa verso il fallimento totale e appare sempre più difficile porre un argine ai disagi dei cittadini stante la conclamata incapacità di enti e uffici competenti ad affrontare con la necessaria energia una situazione estremamente delicata. Sono sotto gli occhi di tutti i problemi dello Jazzolino, la situazione vergognosa della farmacia territoriale, i tempi biblici delle liste d’attesa, le carenze di medici e personale, l’assoluta precarietà della medicina sul territorio, i ritardi nella realizzazione di case e ospedali di comunità.

La strategia del “pennacchio”

La strategia del “pennacchio”

In sostanza, dopo decenni vissuti a ruota libera da tutti i protagonisti in campo, oggi appare davvero difficile recuperare il bandolo della matassa anche perché la politica, che dovrebbe svolgere un ruolo fondamentale di fronte ai mille guai sparsi su tutto il territorio provinciale, anziché avviare subito un dibattito utile a creare un fronte unitario per smantellare carenze e inefficienze, continua a inseguire solo e soltanto la strategia del “pennacchio”. Solo e soltanto gli interessi di parrocchia. Ultima conferenza dei sindaci docet. Nello stagno delle cose aride e sterili prova, comunque, a scagliare un sasso il segretario provinciale del Partito democratico Enzo Insardà. Un partito il suo magari non immune da responsabilità, ma che negli ultimi tempi sta, sta quantomeno, provando ad agitare il mare dell’immobilismo.

Situazione complessa

Le sue considerazioni sulle condizioni della sanità regionale e vibonese cominciano subito col rimarcare come, con il centro-destra al potere in Calabria da cinque anni, <l’andamento della sanità pubblica nella nostra Regione sia ulteriormente peggiorato, con un progressivo aumento delle criticità rispetto alle esigenze della comunità”. Una situazione alquanto complessa che “si manifesta – sostiene l’esponente del Pd – in tutte le aree del sistema sanitario, dalla medicina territoriale, ormai grande assente nei percorsi assistenziali, alla sanità ospedaliera e alla prevenzione, che continua a essere erroneamente considerata la “cenerentola” del settore”. A suo avviso, nessun beneficio sarebbe derivato neppure dalla nomina del governatore Roberto Occhiuto a commissario della sanità regionale. Anzi, le criticità sarebbero aumentate in maniera esponenziale. A pagare lo scotto del deterioramento della situazione sarebbe proprio il Vibonese perché “l’assenza di interventi mirati e l’adozione di provvedimenti specifici – sottolinea Insardà – hanno aggravato il progressivo peggioramento dei servizi sanitari, con gravi ripercussioni sulla comunità”.

L’elenco dei “guai”

L’elenco dei problemi non è breve e mette in fila “la carenza cronica di servizi di continuità assistenziale, l’inefficienza della specialistica ambulatoriale, incapace di ridurre i tempi di attesa, e la quasi totale assenza di attività consultoriale e di screening per la diagnosi precoce delle patologie neoplastiche”. A parere di Insardà, nessun miglioramento sarebbe scaturito, peraltro, dalle recenti gestioni commissariali dell’Asp volute da Occhiuto, alle quali è andata ad aggiungersi “una triade commissariale governativa che – rimarca il segretario del Pd – insediatasi da oltre tre mesi, non è ancora riuscita ad affrontare in modo significativo la difficile situazione sanitaria della provincia di Vibo Valentia. Nonostante le evidenti criticità che riguardano tutti i Presidi Ospedalieri, dallo spoke di Vibo Valentia ai nosocomi di Serra San Bruno e Tropea – aggiunge – l’unico provvedimento adottato è stato il mancato rinnovo della proroga di incarico per il personale infermieristico e per gli Oss impiegati in servizi fondamentali come Pronto Soccorso, Medicina Interna, Neurologia e Ortopedia, senza peraltro provvedere alla stabilizzazione di questo personale, nonostante la normativa vigente lo consenta, aggravando ulteriormente l’efficienza dei servizi sanitari”.

La proposta

Il risultato è lo sfascio completo della sanità vibonese che ha riverberato i suoi effetti soprattutto sull’ospedale Jazzolino. Insardà, a conclusione di ogni riflessione e per accendere i riflettori in maniera efficace sulle cose da fare, avanza la sua proposta: “L’istituzione, in Prefettura, di un tavolo permanente di confronto tra forze politiche, organizzazioni sindacali, istituzioni locali e l’Ufficio Territoriale del Governo, affinché si stimolino sia la triade governativa sia il Commissario ad Acta a intraprendere azioni concrete e tempestive”. I temi da discutere dovrebbero spaziare dalle lunghe attese nei pronto soccorso al potenziamento degli organici di infermieri e oss, passando per la riattivazione del Servizio psichiatrico di diagnosi e cura e per la riorganizzazione della farmacia territoriale fonte di esasperazione per gli utenti. Infine, il problema dei problemi: la costruzione del nuovo ospedale di Vibo, “un’opera essenziale per la comunità, già soggetta a lavori complementari, ma ancora in ritardo per quanto riguarda la cantierizzazione dell’opera principale, senza che siano state fornite motivazioni chiare”.

Le conclusioni

In ogni caso, “come forza politica – conclude Enzo Insardà – respingiamo con fermezza qualsiasi tentativo di perpetuare il deficit dei servizi sanitari nella nostra comunità e chiediamo l’avvio di un confronto stabile, in grado di orientare il settore sanitario verso una gestione più efficiente e giusta, in assenza del quale attiveremo opportune iniziative di mobilitazione”.

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