È durata tre anni l’esperienza di Pietro Salsano al Comando della Legione Carabinieri Calabria. Il generale di Divisione lascia la Calabria per assumere la direzione a Roma del Cums, il Centro unità mobile e specializzata dell’Arma. Salsano ha incontrato i giornalisti nel corso di un’apposita conferenza stampa. “Ci tenevo a salutare tutti voi – ha detto Salsano – per il lavoro che avete svolto e continuate a svolgere in un territorio difficile ma che offre tantissimo. In Calabria c’è bisogno di un’informazione concreta e di qualità. Credo, peraltro, che la narrativa di questo territorio debba cominciare a cambiare. Io, che non sono calabrese, ho imparato in questi tre anni ad amare questa terra e ritengo che molte cose siano cambiate e stiano cambiando. C’è una maggiore sensibilità e, personalmente, ho avvertito questa voglia di rinascita e di riscatto dei calabresi affinché venga cancellata una fama negativa che non merita. In realtà questo é un territorio che offre davvero tantissimo, grazie alle sue risorse umane. I giovani calabresi, in particolare, devono poter restare qui per studiare e lavorare. Ciò che mi ha colpito é stata anche la voglia di rinascita di tutte le istituzioni e della popolazione”.
Durante l’incontro con i giornalisti, Salsano ha poi illustrato i risultati conseguiti in questi anni di attività. “Tanto è stato fatto, ma altrettanto c’è da fare. Ci sono tutti gli strumenti per crescere rapidamente anche nei territori che hanno conosciuto meno sviluppo. E se c’è questa voglia, questa unione, questo lavoro di squadra, si cresce molto più rapidamente”.
Durante l’incontro con i giornalisti, Salsano ha poi illustrato i risultati conseguiti in questi anni di attività. “Tanto è stato fatto, ma altrettanto c’è da fare. Ci sono tutti gli strumenti per crescere rapidamente anche nei territori che hanno conosciuto meno sviluppo. E se c’è questa voglia, questa unione, questo lavoro di squadra, si cresce molto più rapidamente”.
Un’occhio di riguardo alla lotta alla ‘ndrangheta, “un’organizzazione criminale terribile da combattere con tutti i mezzi a disposizione. Ho l’impressione, però, che proprio la ‘ndrangheta abbia rappresentato per troppo tempo un alibi per gli imprenditori per non investire in Calabria”.