La musica napoletana del Seicento approda a Vibo Valentia, tra Opera lirica e letteratura popolare

Da Giambattista Basile, il primo al mondo a trascrivere fiabe per bambini, ad Adriana Basile, la miglior voce di inizio Seicento

In una Napoli proiettata idealmente e artisticamente sul Barocco, una sorella e un fratello timidamente si affacciavano sull’ambiente culturale dell’epoca: l’una per sorprendere l’udito di insigni personalità contemporanee, l’altro per dare inizio a un nuovo genere narrativo nel mondo.

Egli, Giambattista Basile, di una certa notorietà gode anche ai nostri giorni. Uno scrittore famoso per le opere in dialetto, dalla carriera espletata in più corti italiane sotto varie forme, probabilmente per ragioni economiche: soldato a Venezia, cavaliere e conte palatino a Mantova, governatore feudale di diverse terre nel Mezzogiorno. La Storia si prese gioco di lui, ma a suo favore. Era convinto che la gloria gli sarebbe giunta dalla sua produzione ufficiale, quella stesa in lingua italiana, presentata al pubblico con tanto di nome, cognome e titoli; e invece, spinto forse da un compagno di scuola che stava innalzando il dialetto napoletano a dignità letteraria, quasi di nascosto e con uno pseudonimo iniziò a dedicarsi a testi vernacolari, rivoluzionari per la cultura del momento e pionieristici per l’avvenire.

Egli, Giambattista Basile, di una certa notorietà gode anche ai nostri giorni. Uno scrittore famoso per le opere in dialetto, dalla carriera espletata in più corti italiane sotto varie forme, probabilmente per ragioni economiche: soldato a Venezia, cavaliere e conte palatino a Mantova, governatore feudale di diverse terre nel Mezzogiorno. La Storia si prese gioco di lui, ma a suo favore. Era convinto che la gloria gli sarebbe giunta dalla sua produzione ufficiale, quella stesa in lingua italiana, presentata al pubblico con tanto di nome, cognome e titoli; e invece, spinto forse da un compagno di scuola che stava innalzando il dialetto napoletano a dignità letteraria, quasi di nascosto e con uno pseudonimo iniziò a dedicarsi a testi vernacolari, rivoluzionari per la cultura del momento e pionieristici per l’avvenire.

Il suo capolavoro fu ‘Lo Cunto de li Cunti overo Lo trattenemiento de’peccerille’, pubblicato postumo, la prima raccolta in assoluto di fiabe popolari rielaborate dall’autore, cinquanta racconti risalenti alla notte dei tempi e messi insieme in una cornice fiabesca. Le più celebri fiabe per fanciulle e fanciulli sono, in realtà, derivate da questo libro in versioni edulcorate e riadattate. Un ‘Decamerone’ a metà, intitolato da Benedetto Croce ‘Il Pentamerone, ossia La Fiaba delle Fiabe’ nella sua traduzione nell’idioma nazionale, lo stesso critico che ebbe modo di definirlo “il più bel libro italiano barocco”.

Proprio a Napoli, luogo del ritorno, Giambattista fu a un certo punto attirato nell’orbita travolgente della sorella Adriana, nel frattempo assurta ai ranghi delle maggiori figure afferenti al canto lirico. La sua voce era detta celestiale, poeti e intellettuali ne stimavano le doti.

La “bella Adriana” o “sirena di Posillipo”, valente suonatrice di vari strumenti – quali la chitarra spagnola, la lira e l’arpa – , fu persino oggetto di trattative diplomatiche per assicurarsene gli spettacoli: potevano le corti farsela sfuggire? Mantova, Milano, Roma, Firenze, Modena e l’immancabile Napoli; i suoi gorgheggi celebrarono l’ascesa al trono di sovrani e pontefici, per almeno vent’anni la sua fama oscurò tutti gli altri talenti conosciuti.

Una fama che con naturalezza non tardò a valicare i confini delle Alpi: il principe di Polonia scrisse una volta a suo marito da Vienna, insistendo oltremodo per farla venire da quelle parti. Era infatti sposata con Muzio Baroni, gentiluomo calabrese al servizio di Luigi Carafa, principe di Stigliano. Da lui il fratello Giambattista ricevette sempre protezione costante fin dopo la sua dipartita, con testimonianze di affetto e riverenza.

Fu Adriana a curare l’uscita del capolavoro basiliano, in prima istanza diviso giornata per giornata, insieme con altri suoi scritti inediti.

Intervallando letture di fiabe ad arie barocche, l’Associazione di Promozione Sociale Traiectoriae, dedita alla promozione artistica e culturale, ha presentato martedì 20 agosto ‘Se di Basile il volto. Il Pentamerone di Adriana e Giambattista’, serata ospitata al Palazzo Gagliardi per la serie ‘Incontri con il Barocco’ e inserita nell’edizione 2024 del ‘Rapsodie Agresti Calabriae Opera Musica Festival’, diretto da Domenico Gatto e Renato Bonajuto. Al maestro Piero Massa il coordinamento musicale, con la partecipazione del soprano Gemma Bertagnolli e di un ensemble del Centro di Musica Antica e Contemporanea.

Un clavicembalo, un violoncello, una viola e due violini per un’ora e mezza di sogni musicati.

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