L’Italia si conferma culla viva di cultura e letteratura, non solo nei grandi centri urbani ma soprattutto nei piccoli comuni dove il libro diventa elemento fondante dell’identità collettiva. Tra queste realtà si distingue il Premio IusArteLibri – Il Ponte della Legalità, un’iniziativa che unisce arte, giustizia e impegno civile, e che si è ormai affermata come appuntamento di rilievo nazionale.
In occasione della presentazione ufficiale dei saggi vincitori dell’edizione 2025, l’On. Federico Mollicone, Presidente della Commissione Cultura della Camera, ha evidenziato come il Premio rappresenti una delle esperienze più avanzate nel panorama culturale italiano per la capacità di analizzare con profondità il contesto politico e geopolitico attuale.
Un messaggio condiviso anche dall’On. Giorgio Lovecchio, che ha sottolineato il valore della lettura saggistica come strumento per sviluppare pensiero critico in un’epoca dominata da caos e superficialità.
Al centro dell’edizione 2025 il tema “La ferocia delle libertà negate”, ispirato all’ultima intervista dell’avvocata francese Gisèle Halimi, simbolo delle battaglie per i diritti civili. A introdurre il tema è stato il costituzionalista Alfonso Celotto, già vincitore del Premio nel 2018, che ha evidenziato la necessità di riscoprire la forza del diritto come strumento di liberazione e tutela.Tre i saggi protagonisti, ognuno capace di offrire una prospettiva differente sulle grandi sfide contemporanee.
In “Pace e Rivoluzione”, Fausto Bertinotti e Marco Guzzi danno vita a un dialogo tra politica e spiritualità. L’ex presidente della Camera invoca un’economia più umana, mentre il filosofo e fondatore del movimento “Darsi Pace” invita a una rivoluzione interiore come via per superare il conflitto e restituire centralità all’essere umano.
Di taglio più concreto è “Realpolitik” di Giampiero Massolo e Francesco Bechis, che offre una lettura lucida delle dinamiche di potere a livello globale. L’ex diplomatico difende una visione pragmatica della politica estera, talvolta basata anche sull’uso della forza per tutelare gli interessi nazionali. Un approccio che, come ha evidenziato il direttore editoriale Guido Boffo, risuona con forza in un mondo segnato da tensioni geopolitiche: dal ritorno di Trump, alla sfida cinese, fino all’aggressività russa e all’immobilismo dell’Europa.
Completa il trittico il saggio “L’Iran dei Mullah” della giornalista e parlamentare Souad Sbai, un atto d’accusa verso le gravi violazioni dei diritti umani sotto il regime teocratico iraniano, con un focus particolare sulla condizione delle donne. Un’opera che scuote e indigna, come sottolineato dal magistrato Cosimo Ferri, che ha messo in luce il valore giuridico e civile del Premio. La sinossi dei tre saggi è stata affidata a Francesco Greco, manager e direttore scientifico IusArteLibri.
La manifestazione si è conclusa a Pontremoli, “Città del Libro” e sede del celebre Premio Bancarella, suggellando il legame profondo tra cultura e giustizia. L’avv. Antonella Sotira Frangipane, promotrice del Premio, ha ricordato come “le rivoluzioni si possano fare anche da seduti: nelle aule di giustizia o leggendo”, ribadendo la potenza della parola scritta come atto di resistenza civile.
Perché ogni libertà negata è anche una poesia sociale interrotta. E la lettura, ancora una volta, si rivela lo strumento più potente per capire il presente, immaginare un futuro diverso e agire con consapevolezza.