Ripudiare la ’ndrangheta è rinnegare la famiglia: il coraggio di donne vibonesi controcorrente

Il primo romanzo di Marisa Manzini è tratto da una storia vera, accaduta circa 15 anni fa nella nostra provincia

Quando legalità – rispetto della legge – fa rima con giustizia – le “cose giuste” – , quanto mai la prevenzione deve essere urgenza programmatica dell’azione politica. Coltivare una cultura del vivere civile in seno alle nuove generazioni per il tramite di educazione e istruzione.

Il primo romanzo

Il primo romanzo

Per la prima volta, la magistrata fin dal 1991 Marisa Manzini è uscita in libreria con un romanzo e non con un saggio. Già consulente presso la Commissione d’inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, è tornata alla Procura Generale di Catanzaro ed è parte del dipartimento della Pontificia Accademia Mariana Internazionale. Per anni si è occupata, per conto della Direzione Distrettuale Antimafia interna alla Procura di Catanzaro, della criminalità organizzata che attanaglia il territorio del Vibonese, essendo specializzata in criminologia clinica con indirizzo socio-psicologico.

Fuori da carte e faldoni

Per un attimo ha scelto di allontanarsi, sia pur metaforicamente, dall’impersonalità di carte e faldoni, trovando nello strumento della storia d’invenzione la facoltà di umanizzare le pratiche giuridiche. ‘Il coraggio di Rosa: Storia di una donna che ha ripudiato la ’ndrangheta’ possiede il pregio di arrivare con immediatezza al pubblico, dote solitamente rara in chi ogni giorno balza dai commi alle udienze.

Nel fatto inventato dall’autrice, la giovane protagonista Rosa Bellomo ha da barcamenarsi in una fatalmente irrisolvibile vicenda d’amore con lo ‘ndranghetista nicoterese Antonio Mandelli, boss di spicco. In effetti, nell’intreccio della trama si intravedono gli echi di un reale avvenimento occorso da queste parti tempo addietro, ma non troppi altri casi potrebbero citarsi: la stessa scrittrice conferma lo stretto legame con i tentativi perpetrati da Santa Buccafusca, moglie del limbadese Pantaleone Mancuso, per liberarsi dalle grinfie della malavita. Viepiù, proprio Marisa Manzini ebbe modo di occuparsene, tentando di costruire a beneficio della povera donna una speranza di vita per il suo futuro. Emanciparsi dalla condizione di sottomissione cui sempre era stata sottoposta non le veniva tuttavia affatto semplice, e le cronache, almeno nella realtà storica, ci hanno poi informato del drammatico esito.

I mariti in carcere

Per amore, quello genuino provato da Rosa, si può perfino abdicare all’onestà fin prima esercitata, quantomeno in principio; se però la coscienza comincia a gridare nel cuore delle donne, può provvidenzialmente trattarsi della fine di tutto. Il passato e il presente della Vibo Valentia losca pervadono le pagine del libro, agli occhi di chi conosce il fenomeno mafioso che da noi sa esplicarsi. Sono difatti le genitrici a gestire il malaffare quando i mariti scontano le pene in carcere e i figli maschi non sono disponibili per vari motivi. Resta il vulnus dell’arretratezza nei contesti più rurali, maggiormente restii a collaborare con le istituzioni statali; respirare da sempre l’aria di una subcultura – tale perché dannosa alla comunità – impedisce oltremodo visioni alternative a quelle esperite, e il circondario che abitiamo ce ne dà testimonianza.

Il coraggio di voltare le spalle

Sta tutto in loro, le mogli e madri, loro che hanno in mano l’educazione della prole e si ritrovano con il potere di scatenare un violento terremoto in famiglia, solo per garantire un’esistenza dignitosa a coloro che hanno generato. Ci vuole coraggio per voltare le spalle agli affetti e ritrovarsi da un momento all’altro nella più assoluta solitudine, trasferite lontano per sfuggire alla morte.

Il riscatto della Calabria passa per forza, e con forza, dalla neutralizzazione di una piaga secolare. La sfida sta nel consapevolizzare le signore, vittime loro malgrado di ‘ndrangheta, a riguardo delle gabbie d’oro in cui sono intrappolate. Si salveranno esse e salveranno figlie e figli innocenti.

© Riproduzione riservata

Ti Potrebbe Interessare

Il presidente della Regione, travolto da una valanga di critiche, ha finalmente rotto gli indugi: sto lavorando per trovare una soluzione
L’amministrazione comunale inaugura un servizio innovativo per il supporto sociale, promuovendo sinergie tra associazioni e comunità
Sono stati giorni intensi per le squadre specializzate operanti nel settore delle telecomunicazioni che sono riuscite in poco tempo a riattivare il servizio

Testata giornalistica registrata al Tribunale di Vibo Valentia n.1 del Registro Stampa del 7/02/2019. Direttore Responsabile: Nicola Lopreiato
Noi di Calabria S.r.L. | P.Iva 03674010792