Spazio intitolato alle vittime delle mafie, per non dimenticare

A Nicotera, commovente cerimonia davanti alla chiesa di San Francesco alla presenza del sindaco Marasco, dei familiari di Stefano Piperno e di una delegazione dell'associazione 'Libera'


Prima una messa in suffragio di Stefano Piperno, scomparso tragicamente nelle campagne di Preitoni il 19 giugno del 2018, poi l’intitolazione di uno spazio antistante la chiesa di San Francesco alle ‘Vittime innocenti delle mafie senza verità e senza giustizia’. All’iniziativa, fortemente voluta dall’associazione ‘Libera’, hanno preso parte Gregorio Piperno e Gina Pagano, genitori del giovane educatore, nonché il sindaco Pino Marasco, amici, cittadini e numerosi esponenti della stessa ‘Libera’.

In memoria di Stefano Piperno

Momenti di grande commozione per quanti conobbero Stefano, ma anche momenti di vicinanza e conforto per la sua mamma e il suo papà che ancora non sanno darsi pace per un atto violento ancora privo di motivazioni valide. Dopo sette anni, per loro il dolore non s’è smorzato, s’è solo ritagliato un consistente spazio nell’anima e nel cuore. Continuano a lottare per conoscere la verità, per cercare di capire cosa abbia potuto armare la mano di chi gli ha brutalmente strappato la vita. Nell’area che accoglie la targa dedicata a Stefano e a tutte le vittime di mafia, s’è levata anche la voce del sindaco Pino Marasco che ha ricordato il giovane Piperno, un ragazzo “la cui memoria – ha affermato – è più viva che mai, perchè con la sua umiltà, il suo sorriso, la sua dedizione silenziosa, ha lasciato un segno profondo in tutti noi. Come Sindaco, sento oggi il dovere e l’onore di ricordarlo, a nome di tutti”.

Apprezzamento per ‘Libera’

Il sindaco si sofferma sulla vita di Stefano, sul suo lavoro dedicato all’accoglienza di giovani africani, sulla speranza che sapeva regalare. Parole di apprezzamento anche per l’associazione ‘Libera’ e per don Luigi Ciotti suo fondatore, nonché per il responsabile regionale Peppe Borrello, i quali, con loro impegno quotidiano danno consistenza ad una struttura che costituisce “una rete di coscienze, un presidio di memoria, un argine contro l’indifferenza. Con il suo lavoro capillare, fa sì che nessuna vittima di mafia, di soprusi, di violenza venga dimenticata”. Marasco si sofferma ancora sulla figura del ragazzo scomparso per sottolineare che “Stefano non era un eroe da prima pagina. Era un ragazzo normale, ma con valori straordinari. E sono proprio le persone come lui che costruiscono, giorno dopo giorno, un mondo migliore. La sua vita breve, ma intensa, ci interpella ancora oggi. Ci chiede di non cedere alla rassegnazione, ma di continuare a credere nel bene, anche quando sembra sconfitto. Come amministrazione comunale e come comunità, ci impegniamo a non dimenticare. A custodire la memoria di Stefano, a proteggerla, a trasmetterla perché la sua storia appartiene a tutti noi”.

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