Dal giorno della Memoria al Giorno del Ricordo. Due ricorrenze, un unico scopo: ricordare le vittime di eccidi che non possono e non devono trovare giustificazione alcuna nella storia dell’uomo. A tornare su una delle pagine più tristi, appunto i massacri di oltre diecimila persone innocenti avvenuti nell’Istria e nella Dalmazia per mano dell’esercito del maresciallo Tito a partire dal settembre del 1943, è stata l’amministrazione comunale di Spilinga, guidata dal sindaco Enzo Marasco con una cerimonia tenutasi nel salone San Michele di Spilinga.
Il saluto del Sindaco
Il saluto del Sindaco
Alla stessa hanno preso parte, oltre al primo cittadino spilingese, anche gli studenti dell’Iis “Galluppi” di Tropea e gli alunni della Primaria e Secondaria del plesso di Spilinga dell’Ic di Tropea. A introdurre i lavori, moderati con la consueta bravura dal prof. Nicola Rombolà, è stato il sindaco Marasco. Questi, dopo aver spiegato di aver voluto ottemperare, assieme a tutta l’amministrazione comunale, “ad un dovere storico, civile e istituzionale”, ha letto il messaggio con cui il prefetto Anna Aurora Colosimo invitava tutti i sindaci ad organizzare incontri per sensibilizzare i cittadini e le scuole sulla Shoah (Giorno della Memoria) e sul Giorno del Ricordo. Il sindaco Marasco ha ringraziato le diverse associazioni che hanno collaborato all’organizzazione degli eventi ovvero la Pro Loco di Spilinga e il Circolo culturale e Sportivo di Spilinga “Don Michele Miceli”. Ha, inoltre, ringraziato i dirigenti scolastici Nicolantonio Cutuli dell’Iis “Galluppi” (Tropea) e Francesco Fiumara dell’Ic “Don Mottola” (Tropea), nonchè i docenti che hanno accompagnato gli studenti. Un grazie anche agli insegnanti e agli alunni della scuola Primaria e della Secondaria di primo grado di Spilinga e ad una componente di studenti dei diversi indirizzi (Classico, Scientifico, Turistico e Alberghiero) dell’Iis “Galluppi”.

Don Sicari
Tra i presenti anche il maresciallo della locale Stazione dell’Arma, Giuseppe Cozzo. A soffermarsi sul significato della manifestazione è stato il parroco don Sicari. Ha messo a fuoco il significato della memoria che “è come la terra e la parola: sia l’una che l’altra vanno coltivate, custodite e osservate. Se vengono avvelenate generano odio”. Ha anche affermato che “sulla questione delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata è necessario riscrivere la storia”. Ha, altresì, rammentato che tra le vittime delle foibe ci sono diversi calabresi che appartenevano alle Forze dell’ordine e, infine, ha ricordato un sacerdote, Francesco Giovanni Bonifacio che è stato beatificato nel 2008 da papa Benedetto XVI perchè martire delle foibe per “odium fidei”.
Scrittori esuli
Apprezzato e applaudito anche l’intervento della prof.ssa Chiara Marasco che ha ribadito l’importanza della ricorrenza e la necessità di non strumentalizzare politicamente gli avvenimenti, ma fare luce sui fatti in modo oggettivo. Ha anche focalizzato l’attenzione sull’esodo istriano da parte di alcuni scrittori esuli tra cui Fulvio Tomizza , Marisa Madieri, Enzo Bettizza e Claudio Magris.