Successo al Sistema Bibliotecario Vibonese per la prima edizione del ‘Quizzone’, ora si replica

Martedì 23 luglio alle 16:30 una nuova manche con altre categorie! La prenotazione è obbligatoria

Una sfida per la mente di lettrici e lettori, una prova per testare le conoscenze possedute. Ragazze e ragazzi, giovani e adulti dai sedici anni in su si sono dati appuntamento per partecipare a un gioco curioso e divertente.

Il ‘Quizzone’ era stato annunciato per tempo tra le iniziative estive in biblioteca: si è tenuto martedì 9 luglio, nel pomeriggio, alla presenza di quattordici persone, suddivise in tre gruppi dalle volontarie del Servizio Civile.

Il ‘Quizzone’ era stato annunciato per tempo tra le iniziative estive in biblioteca: si è tenuto martedì 9 luglio, nel pomeriggio, alla presenza di quattordici persone, suddivise in tre gruppi dalle volontarie del Servizio Civile.

Citazioni da completare, domande a risposta aperta, domande a risposta chiusa. Le squadre hanno saputo dimostrare una notevole expertise nelle materie proposte. Non tutte le richieste erano caratterizzate da lieve difficoltà, tanto che alcune di queste promettevano punti bonus se particolarmente complicate o se approfondite da chi interveniva. Più categorie si sono susseguite sullo schermo, circondato dalle casse che trasmettevano colonne sonore e musiche suggestive a tema quiz: cinema, supereroi, libri, serie televisive, film d’animazione, cultura generale e geografia.

L’ouverture non poteva che privilegiare il mago bambino più famoso al mondo, il prodigioso Harry Potter che si batte per la sconfitta del male.

Una storia ben costruita da una scrittrice esperta di letteratura, Joanne Kathleen Rowling, appartenente al genere tradizionale del fantasy angloamericano. Gli ingredienti del racconto – scuole per maghi e streghe, gli orfanelli maltrattati dalla matrigna… – sono classici di fiabe e romanzi, inseriti però in una narrazione scorrevole e spensierata.

Lei stessa ha ammesso alcune delle influenze evidenti nella stesura dei testi: almeno la Bibbia, l’Iliade, Eschilo, Shakespeare, Austen, Tolkien, Lewis, Dahl, Carroll. E Petrarca! Sì, perché vi sono studi che hanno messo in luce come l’elemento petrarchesco sia stato adoperato sotto vari aspetti, dagli archetipi delle vicende amorose alla caratterizzazione dei personaggi principali.

In verità, perfino il sommo poeta Dante è stato scomodato nelle ricerche di studiose e studiosi dal curriculum di tutto rispetto. La saga snocciola nelle migliaia di pagine un immaginario popolare tipicamente medievale, intriso di cultura colta classica e mediolatina.

Pochi anni fa un’indagine della Doxa, commissionata dall’editore Salani, si poneva l’obiettivo di studiare sia l’impatto valoriale e culturale della saga su chi è cresciuto nel mezzo della “pottermania” sia l’eredità di tali vicende presso gli individui più piccoli. Si è potuto così dimostrare che quasi la metà delle e dei fan più accaniti ha attribuito ai sette capitoli le proprie abitudini di lettura intensa, spaziando fino ai gialli e all’avventura. Un’intera generazione segnata da un personaggio amato al pari di Topolino e Geronimo Stilton.

Un fenomeno letterario, cinematografico, mediatico e culturale da identificazione di massa, il cui segreto sta forse in un’intergenerazionalità progressiva: si passa dal target infantile dei primi libri, con atmosfere ingenue e incantate, a quello young adult degli ultimi volumi, con scenari dark e forti tematiche sociali. Tutto rose e viole? Non per il cardinale Joseph Ratzinger che, prima di divenire l’ultimo romano pontefice, mise in guardia la cattolicità dalla vaghezza di valori rintracciabile nell’opera – “subdole seduzioni, che agiscono inconsciamente e quindi in profondità, distorcendo il cristianesimo nell’anima, prima che possa formarsi” – . Non si contano infatti le tracce che si rifanno ad alchimia ed esoterismo, con punte più che evidenti di un simbolismo esasperato, contro cui da sempre si batte la Chiesa cattolica.

Alla fine dell’intensa battaglia, la vittoria è meritatamente spettata a ogni squadra: un attestato e un libro a testa come premio. Il molto che si può sapere è nulla rispetto all’infinito che non si sa.

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