Uno sguardo sulla città per un’analisi serena e pungente della situazione nell’intento di tracciare un solco chiaro tra ciò che era e ciò che sarà. Un’analisi a tutto campo per evidenziare problemi e prospettive e far emergere un obiettivo chiaro: andare oltre la banalità del chiacchiericcio e la banalità della propaganda “con la profondità, la distinzione e, se possibile, anche con l’eleganza di antico conio vibonese”. A proporla è Gianpiero Menniti, uno dei fondatori del “Centro Studi Progetto Vibo” che, oggi, poggia la sua forza non solo sulla bontà delle idee, ma anche sulla presenza in Giunta di ben tre assessori (Salvatore Monteleone, Marco Talarico e Lorenza Scrugli).
Il disastro ereditato
Il disastro ereditato
Primo step: si parte dal disastro ereditato dalla precedente amministrazione e dallo specchietto per le allodole degli ottanta cantieri avviati magari in fretta e furia sotto la spinta dell’incipiente campagna elettorale per arrivare alla prima scelta obbligata ossia alla necessità di dare continuità amministrativa alla macchina comunale che, con la città sconquassata dalle tante opere in corso, non si può certe prendere il lusso di incepparsi. Con un avvertimento: nessuno sottovaluti Enzo Romeo e la sua apparente bonomia e neppure quella dei suoi assessori perché “dietro quella apparente bonomia – sottolinea Menniti – c’è il “sangue amaro” di dover scegliere la responsabilità di fronte a un disastro ereditato, ma sul quale non si può sbrigativamente gridare e sbraitare come sarebbe legittimo fare: la città merita altre risposte, quelle concrete, quelle mirate a trovare soluzioni accettabili”. Secondo step: è sotto gli occhi di tutti lo stravolgimento dell’identità storica e urbanistica della città, ma, di fronte a progetti esecutivi ormai in corso e alla necessità di rendicontazione legata al Pnrr l’atteggiamento giusto, per l’esponente di “Progetto Vibo”, può essere uno e uno soltanto: usare il buon senso e la “responsabilità”.
La vicenda Cadi Srl
E la strada da seguire è senza alternative: “Ottimizzare al meglio – spiega Menniti – e con un programma serrato le attività di cantiere – ad oggi Vibo Valentia è virtuosamente molto avanti sia con la rendicontazione delle opere che con la loro conclusione – e risolvere, con intelligenza ed equilibrio, alcune criticità che non potevano essere trascurate: si veda la dibattuta questione di Piazza Santa Maria”. Ma lo stesso atteggiamento è da tenere per cantieri “storici” – anche questa un’acida eredità – come la “strada di San Pietro” o le altre opere a Triparni e Vibo Marina”. Vale anche per le scuole invase dalla polvere dei cantieri e per i fitti passivi per l’allocazione dei vari istituti in plessi temporanei che pesano come macigni sulle di per sé disastrate casse comunali. Un sangue “Amaro” che diventa “amarissimo” se a tutti i guai già elencati va ad aggiungersi il recentissimo caso della Cadi Srl e del milionario risarcimento, danni cui il Comune dovrà far fronte quanto prima nei suoi confronti. Anche in questo caso, per certo, “Enzo Romeo e l’ottimo imprenditore vibonese Francesco Cascasi – auspica Menniti – troveranno una soluzione equilibrata perché a prevalere sarà il senso di responsabilità, la serietà e onestà d’intenti e le buone pratiche amministrative”. Occhio, però, a non scambiare – e qui si rinnova l’avvertimento – la bonomia per dabbenaggine o sprovvedutezza”.
Spazio all’ironia
E mentre tutto procede con una punta di sano ottimismo, non può che trovare spazio anche una sottolineatura non priva di ironia avanzata dall’assessore Marco Talarico: “Intestiamo le nuove piazze e le nuove vie alle figure insigni della vecchia amministrazione, a chi le abbia volute così, approvate e date in appalto e cantierate così. Ecco dunque che potremmo avere Piazza Limardo, Piazzetta Corrado, Viale Russo e Larghetto Scalamogna”. E porte aperte anche a tutti i vecchi amministratori vogliosi di un’intestazione o di un’attestazione di merito “così che Vibo Valentia – rimarca Menniti – si possa rammentare sempre di questi celeberrimi, specie quando oggi e ancora domani i suoi cittadini si troveranno a cercare un parcheggio per raggiungere il centro storico oppure ad aprire un rubinetto osservando scorrere acqua al color di coca cola: non sarebbe stato mille volte più utile pensare alla “rigenerazione urbana” occupandosi di progetti per il rifacimento della rete idrica o per la realizzazione di parcheggi adeguatamente serviti da navette?”. Stiano in ogni caso tranquilli i vecchi amministratori perché, a parere del dirigente di “Progetto Vibo”, tutti loro “a lavori conclusi, saranno invitati, a tagliare i nastri per la consegna di piazze e vie. Nessuno leverà loro quest’opportunità di rimanere nella storia della città”.