Sanità calabrese, sindacati all’attacco: gravi criticità nelle procedure di incarico al Gom, si intervenga subito

Appello pubblico al commissario ad acta: sospendere tutto e ristabilire legalità e trasparenza

Sanità calabrese al centro delle polemiche. Questa volta a sollevare il caso sono le organizzazioni sindacali firmatarie del vigente CCNL del Comparto Sanità – CISL FP, Nursind e Nursing Up – che denunciano pubblicamente gravi e documentate criticità in una procedura di conferimento di incarichi all’ospedale metropolitano “Bianchi Melacrino Morelli” di Reggio Calabria.

Sanità calabrese al centro delle polemiche. Questa volta a sollevare il caso sono le organizzazioni sindacali firmatarie del vigente CCNL del Comparto Sanità – CISL FP, Nursind e Nursing Up – che denunciano pubblicamente gravi e documentate criticità in una procedura di conferimento di incarichi all’ospedale metropolitano “Bianchi Melacrino Morelli” di Reggio Calabria.

Un rilievo grave

Secondo quanto riportato nella lettera diffusa dai sindacati, la procedura sarebbe giunta “alla fase di calendarizzazione dei colloqui selettivi nonostante precedenti segnalazioni formali”, rimaste “senza alcun riscontro”. Un elemento che, per le sigle sindacali, “assume un rilievo grave anche sul piano politico-istituzionale”.

Profili di incompatibilità

Nel mirino finiscono presunti “profili di incompatibilità” che, a detta dei firmatari, “sarebbero in aperto contrasto con il D.lgs. 165/2001 e con le disposizioni dell’ANAC in materia di prevenzione della corruzione e tutela dell’imparzialità”. In particolare, segnalata l’”ammissione alla selezione di candidati che rivestono o hanno recentemente rivestito ruoli sindacali o di rappresentanza aziendale”, in “violazione di un divieto normativo” definito “chiaro e inequivocabile”. Ulteriori “perplessità” riguardano la composizione della Commissione esaminatrice, “presieduta – secondo i sindacati – da un dirigente che non apparirebbe compatibile con la funzione, alla luce di quanto stabilito dalla delibera ANAC n. 833 del 2016″.

Rischio di contenziosi e danni erariali

“Non si tratterebbe – sottolineano le organizzazioni sindacali – di meri cavilli burocratici, ma di regole poste a tutela della credibilità delle istituzioni. Regole che, se disattese anche da un solo componente della Commissione, rischierebbero di rendere nulla l’intera procedura, esponendo l’Azienda e la Regione a contenziosi, danni erariali e a un’ulteriore perdita di fiducia da parte di lavoratori e cittadini”.

Appello a Occhiuto

Da qui la domanda: “Le regole valgono per tutti o solo per alcuni?”. Ed è per questo che l’appello viene rivolto direttamente al commissario ad acta per la Sanità della Regione Calabria, “chiamato – ricordano i sindacati – a ristabilire legalità, rigore amministrativo e trasparenza in un sistema segnato per anni da opacità e commissariamenti”.

“Il silenzio istituzionale avvertono le sigle rischia di trasformarsi in una legittimazione implicita di pratiche lontane dal merito e dall’equità”. Questa la richiesta dei sindacati: sospendere le procedure contestate, verificare tutte le condizioni di compatibilità e legittimità delle Commissioni e adottare gli atti conseguenti nel pieno rispetto della legge e delle indicazioni ANAC.

“La sanità calabrese non può permettersi zone d’ombra né ulteriori forzature amministrative”, si legge nella lettera, che si chiude con un avvertimento: in assenza di “risposte rapide e concrete”, le organizzazioni sindacali agiranno in tutte le sedi competenti, comprese quelle giudiziarie e di controllo, rivendicando una “battaglia di civiltà e legalità a tutela del servizio sanitario pubblico”.

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