Urne regolarmente aperte, in provincia di Vibo sette comuni con una sola lista in campo

In Calabria sono 2.406 i seggi già a lavoro. Nella sola città capoluogo di provincia operative 37 urne

Urne regolarmente aperte nel Vibonese vanno al voto per eleggere il sindaco, oltre a Vibo, anche altri dodici comuni (Drapia, Mileto, Nicotera, Soriano, Cessaniti, Simbario, Sorianello, Mongiana, Zungri, Rombiolo, Pizzoni e Vallelonga. In totale sono già all’opera 2.406 seggi.
Le elezioni erano previste anche per Tropea, ma il consiglio comunale è stato sciolto per condizionamenti mafiosi e la Perla del Tirreno dovrà aspettare almeno 18 mesi prima di tornare al rinnovo degli organi rappresentativi. L’incubo dello scioglimento, invece, grava ancora su Mileto dove a giocarsi la guida di palazzo dei Normanni, sede municipale, per i prossimi cinque anni, sono il sindaco uscente Salvatore Fortunato Giordano con la lista “Città futura” e l’ex consigliere provinciale Michele Rombolà leader della lista “Eppur si muove”.

Non vanno al rinnovo del Consiglio, ma dovranno fare i conti con la spada di Damocle dello scioglimento, oltre all’Asp di Vibo, anche i comuni di Stefanaconi e Filadelfia.
Esce, invece, dalle nebbie commissariali il comune di Soriano, dove la triade straordinaria, guidata dal prefetto in pensione Vittorio Saladino, ha concluso il suo mandato e i cittadini possono tornare a libere consultazioni. A contendersi la guida del paese sono in campo l’ex sindaco Francesco Bartone con la lista “La città del sole” e Antonino De Nardo con “Soriano futura”. Clima caldo a Rombiolo, dove, per contendersi l’ingresso nella stanza dei bottoni, sono in campo tre liste: Caterina Contartese alla guida di “Rombiolo futura”, Davide De Rito con”Democratici in movimento” e Mimmo Pontoriero con “Cambiamento per Rombiolo”.
In provincia di Vibo Valentia merita attenzione, ma il fenomeno esiste un po’ dappertutto, un’altra anomalia: ben sette, infatti, sono i comuni che vanno alle urne con una sola lista (Nicotera, Cessaniti, Mongiana, Sorianello, Simbario, Pizzoni e Drapia). Un dato questo che la dice lunga sul livello di sfiducia che regna dappertutto e sul quale la politica dovrebbe interrogarsi prima che il fenomeno dilaghi e diventi irreversibile. Un dato che, peraltro, mette a nudo un altro problema non di poco conto. I sindaci uscenti hanno provveduto a nominare gli scrutatori – e la legge lo consente – senza ricorrere al sorteggio e selezionandoli, presumibilmente, tra i loro sostenitori.
Da più parti, a torto o a ragione viene, però, sollevato qualche interrogativo: chi garantisce la correttezza dello spoglio a urne chiuse atteso che mancano i rappresentanti di lista? Può il presidente di seggio farsi carico da solo di un peso così delicato? Con ogni probabilità filerà tutto liscio dappertutto, ma appare chiara la necessità che venga studiato qualche accorgimento idoneo a spazzare via ogni pur minimo sospetto.

Non vanno al rinnovo del Consiglio, ma dovranno fare i conti con la spada di Damocle dello scioglimento, oltre all’Asp di Vibo, anche i comuni di Stefanaconi e Filadelfia.
Esce, invece, dalle nebbie commissariali il comune di Soriano, dove la triade straordinaria, guidata dal prefetto in pensione Vittorio Saladino, ha concluso il suo mandato e i cittadini possono tornare a libere consultazioni. A contendersi la guida del paese sono in campo l’ex sindaco Francesco Bartone con la lista “La città del sole” e Antonino De Nardo con “Soriano futura”. Clima caldo a Rombiolo, dove, per contendersi l’ingresso nella stanza dei bottoni, sono in campo tre liste: Caterina Contartese alla guida di “Rombiolo futura”, Davide De Rito con”Democratici in movimento” e Mimmo Pontoriero con “Cambiamento per Rombiolo”.
In provincia di Vibo Valentia merita attenzione, ma il fenomeno esiste un po’ dappertutto, un’altra anomalia: ben sette, infatti, sono i comuni che vanno alle urne con una sola lista (Nicotera, Cessaniti, Mongiana, Sorianello, Simbario, Pizzoni e Drapia). Un dato questo che la dice lunga sul livello di sfiducia che regna dappertutto e sul quale la politica dovrebbe interrogarsi prima che il fenomeno dilaghi e diventi irreversibile. Un dato che, peraltro, mette a nudo un altro problema non di poco conto. I sindaci uscenti hanno provveduto a nominare gli scrutatori – e la legge lo consente – senza ricorrere al sorteggio e selezionandoli, presumibilmente, tra i loro sostenitori.
Da più parti, a torto o a ragione viene, però, sollevato qualche interrogativo: chi garantisce la correttezza dello spoglio a urne chiuse atteso che mancano i rappresentanti di lista? Può il presidente di seggio farsi carico da solo di un peso così delicato? Con ogni probabilità filerà tutto liscio dappertutto, ma appare chiara la necessità che venga studiato qualche accorgimento idoneo a spazzare via ogni pur minimo sospetto.

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