La sanità calabrese continua a essere al centro del dibattito pubblico, con una situazione che i rappresentanti dell’Osservatorio Civico “Città Attiva” definiscono ormai insostenibile.
“Ora che sappiamo di rappresentare un modello per il resto d’Italia, ci sentiamo legittimati ad alzare l’asticella delle pretese e compiaciuti dal fatto che il Niguarda ci osserva con ammirazione, riteniamo che la Commissione Straordinaria non possa attendere un minuto di più e che debba riaprire immediatamente la medicina d’urgenza e l’osservazione breve intensiva” dichiarano Daniela Primerano, Francesca Guzzo e Ornella Grillo, portavoce dell’Osservatorio.
“Ora che sappiamo di rappresentare un modello per il resto d’Italia, ci sentiamo legittimati ad alzare l’asticella delle pretese e compiaciuti dal fatto che il Niguarda ci osserva con ammirazione, riteniamo che la Commissione Straordinaria non possa attendere un minuto di più e che debba riaprire immediatamente la medicina d’urgenza e l’osservazione breve intensiva” dichiarano Daniela Primerano, Francesca Guzzo e Ornella Grillo, portavoce dell’Osservatorio.
Secondo il gruppo, il primo passo “è stato fatto con la predisposizione degli spazi”, ma ora “è necessario attivare i posti letto e assumere il personale necessario. E per fare davvero una bella figura insistiamo pure nella richiesta di provvedere subito all’acquisto di nuove barelle, di sedie a rotelle, di almeno un ecografo, di nuovi elettrocardiografi e di tutto il materiale sanitario e la strumentazione tecnologica mancante, che abbiamo più volte elencato” continuano.
Questione non solo logistica
La questione non è solo logistica, ma profondamente politica e sociale. “Ora che il Niguarda di Milano ha gli occhi puntati su di noi, dobbiamo fare presto, e soprattutto dobbiamo dimostrare che ce la possiamo fare anche da soli, senza necessità di ricorrere ad ‘amministratori di sostegno’, perché si vocifera che si stia surrettiziamente commissariando anche l’organizzazione dell’emergenza-urgenza in Calabria” denunciano.
Dati che preoccupano
L’Osservatorio evidenzia dati allarmanti sulla disparità tra Calabria e Lombardia. “Siamo certi che ai colleghi meneghini siano stati riferiti i numeri che ci condannano inevitabilmente all’inefficienza nei servizi, da uno Stato che continua a dividere i cittadini in categorie: di serie A e di serie B, trattandoli di conseguenza, ma ci sono anche quelli di serie Z, nella quale ovviamente rientriamo proprio noi calabresi” affermano con amarezza.
Confronto che fa riflettere
Il confronto tra le due regioni è impietoso: in Calabria si contano 119 operatori sanitari ogni 10.000 abitanti, contro i 151 della Lombardia. Per quanto riguarda i posti letto, la Calabria ne ha 33 ogni 10.000 abitanti, mentre la Lombardia arriva a 41. Il divario si riflette anche nella spesa pro capite: ai cittadini lombardi vengono destinati 2.246 euro, mentre ai calabresi 2.124 euro, una differenza di oltre 100 euro moltiplicata per 1.855.454 abitanti.
“E non ci si nasconda dietro apparenti criteri, perché è a parità di condizioni che si fanno i confronti!” sottolineano le rappresentanti dell’Osservatorio.
Quadro più critico nel Vibonese
Se poi si guarda alla provincia di Vibo Valentia, il quadro diventa ancora più critico. Il gap in termini di risorse per l’assistenza socio-sanitaria è del 40% in meno rispetto alle altre province calabresi. Il confronto con Crotone è sconfortante: a parità di popolazione, Vibo riceve 4.530.618,95 euro, contro i 35.124.476,16 euro di Crotone per il triennio 2022-2024.
Anche i posti letto riflettono questa disuguaglianza: a Vibo Valentia il tasso è di 1,86 per 1.000 abitanti, destinato a salire solo a 2,39 con la nuova programmazione, ancora al di sotto del coefficiente nazionale di 3 per 1.000. Crotone, invece, passa da 3,92 a 4 per 1.000 abitanti.
A questo si aggiunge il taglio di 30 milioni di euro subito dall’Asp di Vibo Valentia tra l’assegnazione provvisoria (DCA 217/2023) e quella definitiva (DCA 92/2024).
“Ci si domanda di fronte a questi numeri, ed in vista della programmazione 2025-2027, che posizione abbia deciso di prendere la Commissione Straordinaria chiamata a gestire l’Asp di Vibo ed a garantire i LEA anche nella nostra Provincia, in coordinamento con il Commissario ad acta alla Sanità, così come previsto dall’art. 4 comma 1 del Decreto Calabria” incalzano Primerano, Guzzo e Grillo.
L’Osservatorio conclude con una riflessione amara: “Sarebbe davvero inaccettabile, oltre che fortemente deludente, se la Commissione Straordinaria, chiamata direttamente dal Ministero dell’Interno a ripristinare la legalità, si dimostrasse incapace di attuare innanzitutto il principio di equità, in un’Asp che da decenni viene fortemente penalizzata in termini di risorse, di personale, di posti letto e di investimenti”.