“Cari adulti, noi studenti italiani rivendichiamo l’inutilità della scuola: la vita vera è là fuori!”

Un vento di libertà si stagliò dall'Ungheria e un giovane monteleonese tentò di raccoglierlo

La bocca della verità che rivela un segreto di Pulcinella. Quella lettera intrisa di sarcasmo, ironicamente appellata dalla stampa locale come utile proposta, aprì nella “Monteleone bene” un vaso di Pandora al limite dello scandalo.

Pandora e Pulcinella, ma chi li conosce? Cultura da salotto, buona a rimpinguare di frasi fatte conversazioni saccenti. L’invito dell’anonimo autore invece, studente di Liceo classico, era sì di “elevato ordine educativo” per la gioventù. Basta con il sentirsi in colpa quando spesso si marinano le lezioni, quando si perde il tempo nei giochi da bar, quando ci si dedica alle fidanzate, quando si divorano libri erotici e giornali politico-artistici, quando ci si rilassa nel consumo di sigari: sono doveri da cittadini, anzi necessità per gli studenti liceali! Gli odiati testi greci e latini, alla malora. Tali occupazioni, comuni da Nord a Sud, avrebbero trovato giustificazione nel ritenere che fosse lo studio personale a rendere gli uomini notevoli. E vai di esempi, dall’autodidatta Giacomo Leopardi allo spensierato Giuseppe Giusti.

Pandora e Pulcinella, ma chi li conosce? Cultura da salotto, buona a rimpinguare di frasi fatte conversazioni saccenti. L’invito dell’anonimo autore invece, studente di Liceo classico, era sì di “elevato ordine educativo” per la gioventù. Basta con il sentirsi in colpa quando spesso si marinano le lezioni, quando si perde il tempo nei giochi da bar, quando ci si dedica alle fidanzate, quando si divorano libri erotici e giornali politico-artistici, quando ci si rilassa nel consumo di sigari: sono doveri da cittadini, anzi necessità per gli studenti liceali! Gli odiati testi greci e latini, alla malora. Tali occupazioni, comuni da Nord a Sud, avrebbero trovato giustificazione nel ritenere che fosse lo studio personale a rendere gli uomini notevoli. E vai di esempi, dall’autodidatta Giacomo Leopardi allo spensierato Giuseppe Giusti.

L’idea di rivoluzionare l’insegnamento venne al ragazzo leggendo proprio un periodico, nel quale si informava che al Parlamento ungherese uno scienziato si era scagliato contro l’apologia delle lingue classiche declamata dal ministro della Religione e dell’Educazione, criticando l’obbligatorietà della lingua greca nelle scuole medie. Niente materie classiche, perché i Greci erano mercanti di schiavi e la loro letteratura non era che mera ipocrisia… La cancellazione della cultura non è un’ideologia solo odierna. Il giovane fu colpito da tanta grecofobia; finalmente qualcuno che contava aveva pubblicamente affermato ciò che da tempo il corpo studentesco italiano andava predicando. Un altro deputato rincarò la dose: – L’ipocrisia! Ma già, nelle scuole quale altra cosa si può insegnare?! – .

La libertà che il monteleonese sentiva di avere dentro stava sprigionandosi furente, grazie ai due discorsi ritrovò se stesso e pensò alla rivoluzionaria proposta. Si stabilisca un comitato, composto da un numero di membri pari a quello dei Licei, per aprire una sottoscrizione al fine di testimoniare lode e fiducia ai due deputati ungheresi, su pergamena contornata da ghirigori e dagli oggetti di perdizione per la classe studentesca. Una commissione si recherà a Budapest per consegnare il documento e invitarli ufficialmente a trasferirsi nel Bel Paese, dove certamente troverebbero una più calorosa accoglienza. Da lì a Montecitorio, il passo sarebbe breve.

Una maniera creativa per abbattere la “prigione” della scuola e far respirare “aria libera” ai poveri studenti. La lettera, redatta quasi per scherzo, tradiva tuttavia una percezione non trascurabile di scollamento fra apprendimento e mondo reale. Una distanza cui però i novelli eroi ungheresi non avrebbero certo saputo dare sagge risposte.

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