Anni d’oro per “il giardino sul mare”, da qualcuno nostalgicamente rimpianti e da qualche altro miticamente fantasticati. Il 1972 e il 1973 portarono alla ribalta internazionale la città anche nel settore della bellezza femminile.
Già dai Sessanta, date le numerose iniziative di notevole livello culturale e spettacolistico, Vibo Valentia si era proiettata sulla scena della ricerca scientifica e sul panorama di piccolo e grande schermo, incluso il mondo sportivo. E, come un fulmine a ciel sereno, in primavera principiò a circolare l’insperata notizia riguardante la più che nota kermesse a concorso, prevista a conclusione dello storico ‘Agosto vibonese’.
Già dai Sessanta, date le numerose iniziative di notevole livello culturale e spettacolistico, Vibo Valentia si era proiettata sulla scena della ricerca scientifica e sul panorama di piccolo e grande schermo, incluso il mondo sportivo. E, come un fulmine a ciel sereno, in primavera principiò a circolare l’insperata notizia riguardante la più che nota kermesse a concorso, prevista a conclusione dello storico ‘Agosto vibonese’.
La trentaduesima fu l’edizione delle prime volte: la gara doveva svolgersi, da programma, in quattro giornate – dal 24 al 27 agosto – ; le cinquanta ragazze selezionate per la passerella si sarebbero esibite sfilando in bikini, un unicum pure per gli anni a venire; non si era mai tenuta una simile competizione, di risonanza nazionale, nel profondo Sud Italia. Non erano assenti i grandi nomi del territorio, dal senatore Antonino Murmura in qualità di presidente di giuria al cantante Domenico Modugno per la direzione musicale nella prima serata.
Promotori della novità, in un mare di sacrifici economici per l’entità dell’evento, furono il ragioniere Francesco Maio, presidente dell’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo, e l’intera Amministrazione comunale, ma specie il catanzarese Enzo Mirigliani, patron di Miss Italia – non però suo fondatore, come all’epoca e oggi si persiste erroneamente a sostenere – .
Alla domanda sulle motivazioni che spinsero in tale direzione, quegli replicò: – Essendo Miss Italia un concorso che coinvolge con sempre maggiore interesse l’attenzione dell’opinione pubblica e dei mezzi di informazione, lo scopo principale ed essenziale del trasferimento del concorso stesso da Salsomaggiore alla Calabria è quello di favorire la propaganda delle splendide località turistiche del Meridione, e della Calabria in particolare, che necessitano di una spinta promozionale perché si creino più intense correnti di turismo verso queste zone, che già sono attrezzate per ricevere durante tutto l’arco dell’anno quella massa potenziale di clientela, non solo nazionale ma soprattutto europea la quale, unicamente per disinformazione, non ha ancora riservata la sua attenzione verso queste terre – .
A tale ordine di ragioni dobbiamo ascrivere la proposta contestuale di corredare lo spettacolo di momenti legati a pittura, fotografia e poesia, condite con l’enogastronomia. In progetto era perfino il risuscitamento degli agoni estemporanei con stornelli, antica tradizione meridionale.
Il segreto del turismo è tutto in quelle parole. Visitatrici e visitatori si attraggono giocando sulla visibilità dei luoghi; e se ciò comporta l’ospitamento di manifestazioni alla stregua di Miss Italia, ben venga.