E’ fissato per sabato 14 settembre 2014, ore 11, l’arrivo in località “Petti Agnone” di un’équipe di archeologi delle Università di Catania e di Marsiglia interessati alla cava romana e allo studio del granito utilizzato per realizzare colonne, bracieri e altri manufatti sparsi entro i confini nazionali e anche fuori.
L’evento era atteso da tempo e potrebbe davvero segnare la svolta nella valorizzazione dell’enorme patrimonio di beni culturali sparso sull’intero territorio comunale.
Esperti da Catania e Marsiglia
Esperti da Catania e Marsiglia
La spedizione sarà guidata dal prof. Rosolino Cirrincione, responsabile del Dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali dell’ateneo catanese, che avrà al suo seguito la prof.ssa Rosalda Punturo, già ospite in passato della città, nonché due docenti dell’Università francese di Marsiglia.
Amministrazione comunale, Touring Club, associazione “Difesa diritti del territorio” (Ddt), volontari e proprietari dell’area che ospita decine e decine di manufatti in granito, sono impegnati nell’espletamento di tutte le iniziative necessarie per poter provvedere al completo ripristino dell’agibilità del sito.
Un lavoro non da poco anche perché, a seguito di un sopralluogo effettuato da una delegazione della Ddt guidata da Giuseppe Calopresti, responsabile del Dipartimento Cultura, la cava è stata rinvenuta in condizioni di abbandono e con i tanti reperti sovrastati da rovi e arbusti di ogni specie. Per fronteggiare la situazione sta per scattare un’operazione di pulizia a tutto campo mirata a consentire agli studiosi in arrivo di muoversi senza eccessive difficoltà nell’importante sito.
I primi ad entrare in contatto con i reperti della cava sono stati, nel 1972, due studenti appena quindicenni – Antonio Megna e Antonio Montuoro – che non esitavano a informare l’archeologo Lellè Solano già da anni impegnato nello studio del territorio e nell’esecuzione di scavi in più parti dello stesso.
Il ricercatore nicoterese non perdeva tempo e, dopo 18 giorni di duro lavoro (dal 10 al 28 luglio 1972) supportato anche da tanti volontari, individuava e liberava dalla folta vegetazione mediterranea numerosi reperti di una cava romana di granito presumibilmente attiva tra il I e il IV secolo dopo Cristo.
Il Comune farà la sua parte
Il prof. Cirrincione e tutti gli studiosi che sabato prossimo saranno presenti nel sito nicoterese preleveranno frammenti di granito per analizzarli e ricavarne tutti i dati utili a collocare la cava nel tempo con tutta la precisione possibile. Da sottolineare che il sito è stato ripulito di ogni erbaccia nel 2011 grazie all’iniziativa promossa dall’associazione “Nicotera Nostra” e condivisa da tantissimi volontari.
A distanza di quasi due lustri e con i reperti nuovamente sommersi dai rovi, l’amministrazione Marasco ha avviato le procedure per procedere all’acquisto del terreno che accoglie i reperti in granito. Procedure che non si sono ancora concluse, anche se tutto è pronto perché ciò avvenga scrivendo una pagina fondamentale per lo studio e la valorizzazione dei beni culturali e monumentali di Nicotera.